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BOMBARDAMENTI SU GAZA: L'INERZIA DELLA COMUNITA' INTERNAZIONALE E IL SILENZIO DEI GOVERNI
TRENT'ANNI DOPO SABRA E SHATILA LA STORIA NON HA INSEGANTO NULLA
di Alessandro Fontanesi
L'orrore e la mattanza di bambini innocenti che sta avvenendo in questi giorni ed in queste ore a Gaza, è uno sfregio insopportabile per la civiltà e la dignità umana. Ancora una volta Israele si dimentica l'orrore di cui fu vittima nei campi di sterminio nazisti e antepone la criminale ferocia delle sue armi a qualsiasi regola internazionale di giustizia. Ancora una volta sangue e morte colpiscono il popolo palestinese, "colpevole" solo di chiedere un diritto: il sacrosanto diritto a vivere, il diritto ad avere un futuro, il diritto a potersi definire stato e popolo libero. Elementari norme, queste, definite non da un regolamento tra stati, ma diritti che la civiltà e la dignità umana impongono. Ancora una volta omicidi “mirati”, ancora una volta barbare esecuzioni. Ancora una volta corpi di bambini innocenti starziati dalla follia umana. A trent'anni di distanza, il ricordo e la storia dell'infame strage a Sabra e Shatila non hanno insegnato nulla. Ancora una volta l’ennesimo atto di arroganza e sopraffazione da parte di Israele avviene nella totale inerzia della comunità internazionale e dei governi mondiali, nel completo ed assordante silenzio e nella mistificazione dei media nazionali.
Basta!!! Eppure, memori della storia del nostro Paese, che dalle stragi nazifasciste del 43-45 si è passati a quelle dello stragismo nero in tempo di pace, le maggiori Istituzioni italiane avrebbero di che indignarsi, evidentemente riempirsi la bocca della parola democrazia quando si tratta di prender voti è molto più semplice che mobilitarsi, non con le parole, ma coi fatti, per un popolo come quello palestinese che da decenni si vede negati i propri diritti. Il governo dell' "equità" non ha nulla da dire? I candidati per le primarie, oltre alla lingua, hanno anche occhi che superano la punta del proprio naso?
La furia omicida di Israele va fermata con la stessa risolutezza con cui il mondo internazionale si mobilitò per altri simili fatti criminosi, quello di Israele non è di certo meno del terrorismo per cui si è messa in moto quasi una guerra mondiale. La guerra è guerra, per chiunque la subisce o la impone, non diventa "missione di pace" per le megalomanie di chi si sente investito da chissà quale potere divinatorio. Si metta dunque fine ad una occupazione decennale, illegale e sanguinaria, per fermare immediatamente i bombardamenti a Gaza. Le controversie tra stati si risolvono con la giustizia e la pace, la storia insegna, aggressioni e sopraffazioni alimentano soltanto odio e guerre. La nostra Costituzione, scritta da chi sapeva bene cosa fosse la guerra, ancora una volta parla chiaro, ma è fin troppo evidente che anch'essa è un vincolo da utilizzare alla bisogna, sempre e solo per tutelare interessi di parte, i cui "garanti" troppo spesso difettano non soltanto di memoria ma anche di tanto buon senso.
19/11/2012
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