CON I PALESTINESI, CONTRO L'INDIFFERENZA E LE COMPLICITA'
di Maurizio Musolino
Le bombe continuano a cadere su Gaza, un crimine che si perpetua nel silenzio vergognoso di governi complici e nello scientifico lavoro di disinformazione e manipolazione messi in atto dai media internazionali. tutto questo salvo rare eccezioni: lasciatemi ricordare Michele Giorgio che in questi giorni è a Gaza per il suo giornale e ci informa puntualmente su quanto accade. La quasi totalità dei media però raccontano i bombardamenti su Gaza in maniera distorta e falsa. fanno passare le vittime per carnefici, e i carnefici per vittime. Una vergogna!!!
Israele ancora una volta si considera fuori da ogni legalità, attribuendosi unilateralmente il diritto di vita e morte su un intero popolo, quello palestinese. Una brutta cosa, certamente per gli uomini e le donne di Palestina che muoiono sotto le bombe, ma anche per il popolo di Israele che così si condanna all'odio. Difficile vedere una fine o meglio una via di uscita per questa martoriata parte del mondo. Oggi, certamente, i rapporti di forza sono a senso unico, ma la storia ci ha insegnato che il tempo può cambiare ogni cosa. Già, il tempo, ma intanto si muore e si soffre. e a morire e soffrire sono da decenni i palestinesi ai quali si nega tutto: il diritto a studiare, curarsi, avere dei sogni, immaginare un futuro, vivere. Motivi sufficienti per dirsi dalla parte di questo popolo, senza remore o tentennamenti.
Davanti a torti così grandi e ad ingiustizie così atroci non si può restare indifferenti, o peggio equidistanti. Non voler vedere, non far sentire la propria voce per denunciare i crimini, voltarsi dall'altra parte o far finta che non succede nulla, significa una sola cosa: essere complici dei carnefici.
Ma quanto accade in queste ore a Gaza mette in discussione tante certezze, date frettolosamente per acquisite. I nuovi equilibri nati dalle cosiddette "primavere arabe" non sono ancora tali, tante ancora le tensioni e le lotte interne a quelle stesse forze che hanno preso il potere. Non sorprende quindi che in Tunisia le manifestazioni in favore dei gazawi siano state represse, o che nonostante roboanti proclami il governo egiziano non abbia ancora aperto il valico di Rafah. O ancora che Erdogan continui a collaborare militarmente con gli assassini israeliani, nonostante si proclami difensore della democrazia e paladino del mondo islamico.
Ma la resistenza eroica dei gazawi ci regala anche alcune buone notizie. prima di tutte la ritrovata voglia di unità della società palestinese. Ma una buona notizia arriva anche dalle nostre piazze. Tante in queste ore le mobilitazioni. Ieri a Milano tanta gente è scesa per le strade per manifestare la solidarietà con il popolo palestinese, sit-in anche a Torino, Roma, Pisa, Modena, Bologna, Firenze... A Roma questa sera si è svolta una fantastica iniziativa. Un sit-in straordinariamente partecipato che ha dato vita ad un corteo che da Montecitorio si è recato al Colosseo, attraversando il centro della capitale. Eravamo in tanti, forse un migliaio, rappresentanti di forze politiche quali il Pdci (c'era il portavoce della Fgci Giampiero Cesario, Flavio Arzarello della segreteria nazionale, il consigliere regionale e segretario della federazione di Roma Fabio Nobile oltre a tanti altri compagni), la Rete dei Comunisti, Rifondazione. C'era il presidente dell'Associazione nazionale Italia Palestina, senatore Vincenzo Vita, il Ponte per..., il Forum Palestina, il comitato con la Palestina nel cuore, la Rete romana per la Palestina, il centro sociale La Strada, rappresentanti dei Cittadini statunitensi per la pace e la giustizia, e molte altre realtà ancora. Tanti anche i palestinesi chiamati a raccolta dalla comunità di Roma e del Lazio e stretti intorno a quella straordinaria figura di monsignor Capucci.
Certamente una goccia, rispetto alla distruzione e violenza che le bombe stanno portando a Gaza, ma si sa le gocce possono piegare le rocce. E noi ci sentiamo decisamente partigiani.