FERMATO IL GENOCIDIO A GAZA
STOP AL MASSACRO
In tutta, TUTTA, la Palestina stasera si festeggia. Non si festeggia solo il cessate il fuoco, che sarebbe il minimo, dopo 51 giorni di particolare ferocia che solo chi è sporco di putrida malafede dalla testa ai piedi non riesce a chiamare col giusto nome di crimine di guerra.
Non si festeggia solo il cessate il fuoco ma si festeggia la vittoria.
GAZA ha pagato caro ma ce l'ha fatta. Non è finita, è solo il primo passo, ma è il primo passo significativo. Per la prima volta le divisioni interne sono state messe all'angolo e stasera TUTTI i palestinesi, di qualunque colore sia il loro stendardo, stanno festeggiando nelle strade, nelle piazze, perfino tra la polvere delle rovine prodotte dagli F16 che con accanimento disumano hanno tagliato la vita a circa 2200 persone.
C'è qualcosa che né Israele ne i suoi lerci alleati, compresi quelli di casa nostra, hanno saputo sconfiggere: la forza della dignità e insieme la straordinaria forza della vita che ha risposto per ogni bimbo ucciso con 10 bimbi nati per raccoglierne il testimone.
L'Unicef alcuni giorni fa comunicava che in un mese e mezzo Israele aveva fatto strage di 450 bambini (poi purtroppo saliti a circa 520) ma comunicava anche la nascita, nello stesso periodo, di 4.500 bambini vivi e belli, nonostante le condizioni terribili in cui avvenivano i parti.
Di molti dei bambini uccisi abbiamo le immagini delle loro risate, dei loro vestiti di festa o del loro compleanno, immagini solari che si sono decomposte sotto le bombe che hanno frantumato quei corpi. Se la legalità internazionale avesse fatto il suo corso, se Israele non fosse stato rifornito di armi, peraltro vietate come le "dime", quei bambini seguiterebbero a ridere e i 2.200 morti e i 10.800 mutilati e feriti non ci sarebbero stati.
Se ci sarà finalmente un banco degli imputati, Israele non dovrebbe sederci da solo, chi lo ha sostenuto ne dovrebbe condividere le responsabilità.
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Intanto nelle strade si ride, si canta e si respira l'aria della vittoria. Ma mentre si festeggia è bene non dimenticare che molte carogne, anche di piccolo cabotaggio, oltre a quelle di maggiore autorevolezza, dopo aver esaurito il repertorio della "corruzione nell'Anp" si sono sbizzarrite su Hamas, spendendosi in fantasiose affinità con l'Isis al fine di impedire un sostegno unitario alla lotta che si è svolta a Gaza per la libertà e la dignità di tutto il popolo palestinese.
Seguendo il tormentone dettato ai media e recitato con maggiore o minore abilità da quasi tutti i nostri opinion maker, in una sorta di coazione a ripetere che ha contagiato anche molte persone oneste, abbiamo letto e sentito che la colpa dell'eccidio stava nei razzi lanciati da Hamas e dalla Jihad. Abbiamo visto scambiare i ruoli tra vittime e carnefici e tra occupati e occupanti. Abbiamo sentito parlare di scudi umani senza mai una parola di condanna verso Israele che ignorando la loro eventuale (e mai dimostrata) funzione di scudi li ha regolarmente assassinati.
Abbiamo saputo che grazie a quella debolezza umana che a volte porta un disperato a farsi spia, alcuni capi di Hamas sono stati uccisi radendo al suolo le case in cui si trovavano e con chiunque vi si trovasse dentro. Non abbiamo mai sentito ipotizzare che se i capi dell'IOF fossero stati uccisi bombardando le loro case sarebbe stato l'equivalente di ciò che Israele stava regolarmente facendo a Gaza e "occasionalmente" anche in Cisgiordania. Hamas non aveva le armi per farlo, ma se le avesse avute avremmo di nuovo sentito dire dai nostri geni della comunicazione che uccidere un capo dell'IOF è un atto di terrorismo mentre uccidere un capo di Hamas è atto giusto e pertanto non punibile.
Abbiamo sentito i difensori di Hamas ripetere che Hamas spara solo dei razzetti più o meno innocui e abbiamo sentito i suoi accusatori dire che Hamas ha armi raffinate e pericolosissime. Proviamo a riflettere senza faziosità: se Hamas avesse avuto solo razzetti la situazione oggi sarebbe come nel gennaio 2009 dopo piombo fuso. Hamas non ha certo le armi di Israele, ma ha qualcosa di più che quattro razzetti innocui e, da chiunque li abbia avuti, li ha utilizzati per dire a Israele che Gaza non è più un agnello sacrificale che si può sgozzare senza rischiare neanche un graffio. Anche dal sud del Libano è arrivato un avvertimento a Israele, era l'equivalente armato delle manifestazioni pacifiche che si sono svolte nel mondo, diceva così: Gaza non è sola, ci siamo anche noi.
Abbiamo sentito dire che Israele doveva difendersi dai gazawi che scavavano i tunnel, ma, come per un'interruzione di corrente raziocinante, i nostri analisti dell'informazione non hanno mai ricordato mai che i tunnel sotterranei sono il portato dell'assedio illegale che rende Gaza un campo di concentramento.
Abbiamo sentito dire che i soldi arrivati alla dirigenza di Hamas finivano in lussuose ville mentre il popolo era alla fame. Ora, mentre una parte dei tunnel veniva distrutta dagli F16 israeliani, veniva detto che mentre il popolo era alla fame i dirigenti di Hamas facevano costruire i tunnel. Insomma non erano più le ville ma i tunnel gli affamatori del popolo gazawi e, ovviamente, non l'assedio. Per cui Israele, usciva regolarmente assolto.
Ma oggi la Palestina è in festa perché sa che attraverso tutti quegli uomini, quelle donne, quei bambini massacrati senza accettare di genuflettersi è stato detto al mondo VOGLIAMO LA LIBERTÀ perché è NOSTRO DIRITTO. Vogliamo che vengano rispettati i diritti umani perché, appunto, sono i nostri diritti.
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Oggi godiamo con tutto il popolo palestinese questa vittoria costata tanto sangue, ma senza dimenticare che se Israele non finirà davanti alla Corte penale internazionale, si sentirà libero di ripetere le sue periodiche mattanze e il sacrificio di Gaza non sarà servito a molto.
Gaza oggi ha vinto e tutta la Palestina ha vinto, sprecare la vittoria sarebbe un altro crimine.
Da Facebook post di Patrizia Cecconi - 27 agosto 2014 -
Gaza, tregua permanente annunciata alle ore 19 del 26 agosto, dopo 51 giorni di aggressione sionista, che ha causato 2200 morti e più di 11000 feriti, e distrutto quartieri interi comprese scuole chiese e moschee. Ha vinto la resistenza del popolo palestinese a Gaza, una sconfitta della macchina da guerra israeliana. Hanno vinto l'unità delle forze della resistenza insieme alla eroica volontà popolare di sfida e fermezza. L'unità della delegazione unitaria Olp, Hamas e Jhad islamica. Grazie a tutti quelli che hanno sostenuto e creduto nella capacità della fermezza del popolo palestinese e nella sua giusta lotta contro l'occupazione sionista della Palestina. Attendiamo ora l'attuazione dell'accordo, che prevede: la fine dell'aggressione israeliana, l'apertura dei valichi, la ricostruzione di Gaza, l'aumento a 6 miglia fino a 12 miglia, a fine anno, delle acque territoriali per la pesca, la cancellazione della zona di sicurezza ai confine con Israele. Le altri questioni, aeroporto e porto, saranno discusse entro un mese. La lotta del popolo palestinese continua: boicottaggio dei prodotti israeliani, lotta popolare contro il muro, la colonizzazione, l’occupazione ed ebraicizzazzione di Gerusalemme, la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi e per aumentare il livello delle istituzione internazionali per processare i criminali di guerra israeliani.
Da facebook post di Bassam Saleh - 27 agosto 2014 -
Vedi lo speciale "GAZA SOTTO LE BOMBE"