Non è stata una domenica qualsiasi quella del 29 novembre scorso a Lucca. L'Auditorium San Romano ha accolto molti militanti, attivisti e intellettuali per partecipare ad un confronto su quale progetto futuro per una resistenza non violenta alla repressione israeliana e quale percorso intraprendere affinché siano riconosciuti i diritti dei palestinesi e il ritorno dei profughi.
Durante la giornata è stato inoltre lanciato, per evitare, come chiaramente espresso da Norberto Julini, che “tra un anno ci ritroviamo qui a fare la conta dei danni e le medesime analisi”, un obiettivo: lavorare affinchè anche il nostro governo riconosca lo Stato di Palestina.
Una giornata dunque intensa, ricca di focus di analisi e confronto che meritava di essere raccontata e che abbiamo cercato di sintetizzare.
Apertura dei lavori e di Norberto Julini (Pax Christi) e i saluti di Ilaria Biechina, Stefano Baccelli (Presidente prov. di Lucca) e la Direttrice UNRWA Italia.
FOCUS - LA CAMPAGNA “PONTI E NON MURI” DIECI ANNI DOPO: LA SOCIETA' CIVILE INTERNAZIONALE SI RACCONTA...
L'esperienza diretta di chi opera sul campo è tra le parti più importanti di questo focus. Dalla denuncia della voluta distruzione di una scuola costruita dagli italiani a Gaza, non durante un raid aereo ma con l'avanzata di terra dell'esercito israeliano e il rifiuto di chiedere i danni, votando contro ad una mozione presentata in parlamento; al racconto in collegamento dalla Cisgiordania, di Patrik ultimo cooperante dell'ISM colpito al petto mentre difendeva, durante il raccolto, i contadini palestinesi. Anche Stephanie Westbrook ha elencato i successi della campagna BDS nel mondo e della necessità che questa campagna di boicottaggio diventi attiva per distruggere il regime di apartheid, come del resto è stato fatto per il Sud Africa. Soprattutto perché sono i palestinesi stessi che ce lo chiedono. Stefano Gambini ha poi ricordato, come illustrato nella dichiarazione dell'ONU, che le falde acquifere di Gaza, a causa della rottura delle fognature, rischiano entro il 2020 di essere inutilizzabili.
Don Nandino Capovilla incontra:
Massimo (rapp.te di Operazione Colomba)
Stefano Gambini (cooperante a Gaza)
Josè Henriquez (segr,ario di Pax Christi international)
Maya (rapp.te ISM)
Annibale Rossi (rapp.te di Vento di Terra)
Stephanie Westbrook (leader del BDS)
AUDIO COLLEGAMENTO CON PATRIK
AUDIO DELL'INCONTRO 1p
AUDIO DELL'INCONTRO 2p
OMAR SULEIMAN: LE POESIE DI DARWISH
FOCUS – LA COMUNITA' INTERNAZIONALE: COME LE NAZIONI UNITE STANNO LAVORANDO PER LA PACE, LA GIUSTIZIA, I DIRITTI UMANI
Il focus non poteva che cominciare che con il saluto dell'ambasciatrice palestinese in Italia e la descrizione dettagliata ed aggiornata di Ray Dolphin, dove attraverso la proiezione di carte e specifiche descrizioni grafiche, ha evidenziato la lampante violazione dei diritti internazionali soprattutto in riferimento agli insediamenti israeliani e le zone di totale controllo dove i Palestinesi non possono neppure entrare. Per esempio, in Cisgiordania le zone dove non solo è vietato l'accesso ma anche la coltivazione da parte dei Palestinesi, sono l'85%. Ha parlato, subito dopo, della realizzazione di oltre 400 km di muro su un totale di 700 km che, nonostante abbia ottenuto il permesso dalla Corte Internazionale per la sua realizzazione all'interno dei territori d'Israele, è stato compiuto su suolo palestinese.
Nicolò Rinaldi ha espresso, invece, la difficoltà all'interno del Parlamento Europeo di riuscire ad avanzare una seria discussione sulla questione Palestinese, non solo a causa del peccato originale dell'Olocausto, ma anche per i troppi legami commerciali relativi ad armamenti e tecnologia con il governo israeliano. Altra motivazione è che comunque Israele viene considerata un enclave, un presidio occidentale in una terra araba. Un lavoro parlamentare che, a fatica, comincia a dare qualche frutto e prova di andare oltre il semplice versamento di circa 900 milioni di euro all'UNRWA. Cosa che, al contrario, non fanno i governi arabi, anche se, prima o poi, dovranno affrontare.
Luisa Morgantini ha elencato i valori e i risultati della lotta non violenta nei territori occupati soffermandosi, in particolare, sulla pochezza del messaggio di Ban ki-Moon che mantiene equidistanza tra i due contendenti mettendo sullo stesso piano oppressori ed oppressi. Un atteggiamento che evidenzia l'impossibilità per le Nazioni Unite di poter avere un ruolo decisivo nei processi di pace e nella realizzazione di due popoli in due stati.
Renato Sacco, coord.re naz. Pax Christi, incontra:
Ray Dolphin (rapp.te dell'ONU e dell'OCHS)
Nicolò Rinaldi (Parlamentare Europeo)
Luisa Morgantini (ex pres.te parlamento europeo)
Presentazione del progetto “1000 biglietti per Gaza” dall'associazione “InvictaPalestina”
InvictaPalestina ha organizzato il primo concorso nazionale di Arte Contemporanea “I popoli che resistono”. Le 40 opere, omaggiate dagli artisti, saranno poi estratte al termine della vendita dei biglietti. L'obiettivo è quello di raccogliere 2.500 euro da destinare alla ricostruzione di Gaza.
FOCUS - LA POLITICA ISRAELIANA TRA OCCUPAZIONE E MASSACRO: LE PAROLE PER DIRLO
Gideon Levy: “Una cosa va detta subito e senza esitazione: quello che Israele, il mio Paese, vuole fare è accaparrarsi più terra possibile. E questa non è una questione complessa, come spesso si dice. E’ molto semplice: dal ’48 gli ebrei colonizzano la terra palestinese e le loro politiche non sono cambiate. E questo ha un nome: colonialismo. Oggi, poi, dobbiamo parlare chiaramente di un vero regime di apartheid. … Con il mio lavoro voglio documentare tutto, perchè un giorno, quando tutto sarà finito, gli israeliani non possano dire 'non sapevamo'. Sono nato e vissuto a Tel Aviv sentendomi una vittima e non certo un occupante e ho pensato questo fino agli anni '80, quando ho cominciato a lavorare per Haarez, che mi ha inviato nei Territori Occupati. Solo lì ho cominciato a vedere e a capire. Come chiamereste un regime in cui uno dei due popoli gode di tutti i diritti mentre l'altro non ha nulla? Io lo chiamo apartheid”.
Moni Ovadia invece affronta il problema che “in Europa siamo tenuti sotto ricatto violentissimo attraverso l'uso ideologico ideologico della Shoah, come critichi l'occupazione o le azioni del governo israeliano, immediatamente parte subito l'insulto o la maledizione. Moni risponde alle accuse di antisemitismo, di essere nemico del popolo ebraico, di ebreo che odia se stesso. Il tutto senza mai rispondere alle mie argomentazioni”
Grazia Careccia intervista:
GIDEON LEVY (giornalista israeliano)
MONI OVADIA (attore e intellettuale)
Le risposte di Ovadia e Levy alle domande del Pubblico
FOCUS – UNA LUNGA STORIA DI RESISTENZA: COME E' CAMBIATA LA RESISTENZA PALESTINESE IN 12 ANNI DI MURO DI APARTHEID
Gli ultimi anni raccontati ed analizzati da un importante intellettuale arabo e rappresentate dell'OLP in Italia, Washim Dahmash e da Mohammed Khatib coordinatore dei comitati per un opposizione non violenta al governo Israeliano nei territori occupati. Due punti di vista che pur partendo da due diversi modi di agire politico ed attivo, giungono alla medesima conclusione: liberare il popolo palestinese dall'oppressione israeliana.
Anna Clemente intervista:
Mohammed Khatib (cood.re comm.lotta popolare non violento palestinese)
Washim Dahmash (prof.re lingua e letteratura araba a Cagliari)
AUDIO DELL'INCONTRO
WASHIM DAHMASH Legge le poesie di Darwish
Per altre informazioni o approfondimenti:
http://www.bocchescucite.org/giornata-onu-una-voce-nel-deserto-i-video-e-gli-interventi-di-lucca-2014/
https://www.youtube.com/channel/UCop3V1dXcqFYbhewDp0vEEA