Il Capro espiatorio del Libano
Di Michael Warschawski, Alternative Information Center (AIC)
Domenica, 29 aprile 2007
Non c'è bisogno di una
commissione di indagine sulla guerra in Libano dell'estate scorsa; Il
Giudice Winograd ed I suoi colleghi possono ritornare alle loro
famiglie e alle loro quotidiane occupazioni, ed I contribuenti possono
recuperare una parte dei soldi stanziati per far operare quella
commissione. Il colpevole è stato trovato.
Né il Primo Ministro Olmert, né l'ex Capo del Personale, Dan Halutz
dovranno pagare il prezzo per la guerra, perché la polizia, I servizi
di sicurezza, I politici ed I media hanno trovato l'unico responsabile
del totale fiasco sanguinario e vergognoso dell'estate scorsa: Azmi
Bishara.
A differenza degli
impiegati statali e degli anziani dirigenti, egli è stato interrogato
dalla polizia, accusato dai politici, I media e presto anche dal
procuratore di Stato, giudicato da una corte, chissà? Forse da una
corte marziale. Secondo I titoli dei giornali israeliani, se
condannato, Azmi Bishara può essere condannato a morte!
Il fatto che Bishara fosse uno dei più attivi Membri della Knesset
contro una guerra che, oggi, ogni israeliano considera (per ragioni
diverse ed opposte) essere stato un errore enorme, lo rende, oggi,
l'unico ad essere perseguito… e perseguitato!
Tutti I cittadini ingenui come me, che si aspettavano che Azmi Bishara
avrebbe ricevuto il prestigioso Israel Award [Premio di Israele] per I
suoi avvertimenti contro la lungamente pianificata guerra in Libano, e
l'alto prezzo che il Libano, così come Israele, avrebbe dovuto pagare
per tale azzardo irresponsabile, può essere deluso seriamente: questo
premio può ben essere dato ad Ehud Olmert, il peggiore dei primi
ministri israeliani (secondo I suoi propri ministri, a microfoni
spenti, chiaramente).
I media, alimentati
dai servizi di sicurezza israeliani, stanno parlando di accuse di
tradimento in tempo di guerra (la pena di morte), spionaggio, contatti
con agente straniero, ecc. Ma non si limitano a queste accuse
fondamentalmente politiche. Il fatto che la maggioranza dell'élite
dominante israeliana sia sotto indagine (o accusa) per corruzione o
almeno per mala amministrazione di grandi somme di denaro, obbliga le
autorità a coinvolgere anche Azmi Bishara in tali crimini — perché solo
politici ebrei dovrebbero essere coinvolti in affari di soldi?
All'inizio, I media accusavano Bishara senza prove di aver ricevuto
fondi per ONG Arabe in Israele, ma, anche se fosse vero, l'accusa era
così assurda che è stata sostituita da “riciclaggio di denaro,” una
brutta accusa, ma che non significa niente. Senza dubbio, nulla rimarrà
di tali accuse. Comunque, questo potrebbe non essere vero per le accuse
politiche.
"L'affare Bishara” ricorda uno dei casi politici precedenti, come
l'affare dell'Alternative Information Ceneter nel 1987 e, più
recentemente, quello di Tali Fahima. Il denominatore comune fra loro è
la decisione di distruggere una persona o un'organizzazione tramite
accuse estremamente gravi, trapelate dai servizi di sicurezza e
ripetute dai media, e che gradualmente perdono la loro gravità:
spionaggio o tradimento, poi “contatto con un agente nemico in tempo di
guerra,” poi contatti con gruppi di terroristici, poi “servizi per
organizzazioni illegali.” Alla fine, un processo politico, e, forse,
una condanna per una accusa minore, di solito connessa a “servizi” per
organizzazioni illegali.
Quello che deve essere chiaro è che la parte principale dell'attacco
non è mai il processo stesso, ma la campagna prima ancora che venga
presentato un capo d'accusa, ed il nostro contrattacco dovrebbe essere
immediato, in questa primissima fase. Sbagliano tutti coloro che “prima
vogliono sapere tutto”, aspettando che I giudici prendano le loro
decisioni, invece di schierarsi fermamente contro la campagna politica
ai danni di Azmi Bishara e Balad.
Quanto a coloro che credono di poter trarre vantaggi politici
dall'attacco del governo contro un partito rivale, essi non hanno
appreso nulla dalla storia: un attacco contro uno di noi è un attacco
contro tutti noi, e se questo tentativo di delegittimare Balad ha
successo, provocherà di certo nuovi attacchi contro altri partiti
politici ed organizzazioni radicate nella popolazione palestinese
d'Israele.
E' per questo che noi dobbiamo ora coalizzarci intorno ad Azmi Bishara
e Balad. Non è solo un dovere di solidarietà, ma anche di autodifesa.
Traduzione di Mubarak Al-Dhurafi