Come osano i leader israeliani piangere la morte di Mandela?
di Michel Warschawski (AIC – Alternative Information Center)
“Mandela fu un personaggio esemplare della nostra era e sarà ricordato per essere stato un leader dalla grande statura molare. Fu un combattente per la libertà che rifiutò l’uso della violenza..” Con queste parole, il Primo Ministra israeliano, Benjamin Netanyahu, non solo rivela una scarsa conoscenza della storia sudafricana (questo è il meno) ma ha superato il limite della decenza. Nel coro unanime a livello mondiale di ammirazione per Mandela, l’unica cosa che i rappresentati dello stato di Israele avrebbero dovuto fare, era tacere con umiltà e per la vergogna.
(Foto: Desertpeace.wordpress.com)
Stando a numerosi rapporti, Israele ebbe stretti legami diplomatici e nucleari con il Sud Africa dell’apartheid.
Fino ad oggi nessun leader israeliano ha mai chiesto perdono a Mandela e al popolo sudafricano per il ruolo attivo dello stato di Israele nelle difesa e nel mantenimento del regime dell’apartheid a Pretoria. L’alleanza tra Israele e il Sud Africa razzista fu strategica da un punto di vista economico, ma anche militare e ideologico. Anni dopo che la maggior parte della comunità internazionale aveva lanciato il boicottaggio del regime sudafricano, Israele continuava ad avere eccellenti relazioni con Pretoria, aiutandola ad aggirare le sanzioni internazionali. Stando ai media internazionali, Israele non avrebbe potuto continuare il proprio programma nucleare senza la collaborazione del Sud Africa dell’apartheid. Tale alleanza non si basava solo su interessi comuni, ma anche sulla condivisione della filosofia dell’essere due paesi di bianchi che si trovavano circondati da paesi ostili di non bianchi e dall’essere accomunati dalla battaglia contro il comunismo e contro l’affermazione dei popoli del terzo mondo.
Alcune settimane fa ho visto un appassionante reportage trasmesso alla televisione israeliana a proposito di un famoso miliardario israeliano che fu contemporaneamente un produttore cinematografico di successo e un agente del Mossad. Tra le molte rivelazioni (almeno, per me, lo sono state), l’uomo ha ammesso di aver ricevuto milioni di dollari dall’amministrazione statunitense e dal regime del Sud Africa per produrre dei film il cui unico obiettivo doveva essere la legittimazione dell’apartheid.. inclusi i suoi leader filo-nazisti. Quando gli venne chiesto se prova rammarico per ciò che ha fatto, rispose con un “sì, un po’” anche se i suoi occhi rivelavano che stava mentendo.
Quando Mandela venne finalmente scarcerato e accettato globalmente come il leader indiscusso del nuovo Sud Africa, i vari governi israeliani hanno continuato a mantenere una certa distanza da quel comunista/terrorista africano e hanno preferito Desmond Tutu, considerato più moderato, al leader dell’ ANC.
Israele sicuramente non fu l’unico paese ad appoggiare il regime dell’apartheid e gli Stati Uniti hanno spesso utilizzato lo stato israeliano per portare avanti alcuni dei loro sporchi lavori. Il forte legame tra Tel Aviv e Pretoria non era tuttavia solo il frutto di interessi comuni ma anche di una visione simile del mondo e di valori condivisi. Questo è esattamente il motivo per cui Israele è stato l’ultimo paese a recidere i legami con il regime sudafricano.
Il “lutto” di Netanyahu e le affermazioni del Presidente israeliano Shimon Peres sono tanto false quanto la risposta data dal produttore cinematografico/agente del Mossad. Speriamo che la famiglia, gli amici e tutti i sostenitori di Nelson Mandela non permettano a queste persone e alle loro affermazioni di profanare gli eventi in ricordo di Mandela, uno dei più grandi lottatori per la libertà del secolo scorso.
11 Dicembre 2013
(tradotto da AIC Italia/Palestina Rossa)
(dal Sito “Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus)