IL NOSTRO REGNO DEL
TERRORE
SOLDATI ISRAELIANI PARLANO DEL LORO POGROM AD HEBRON
Con testimonianze
scioccanti, che rivelano di rapimenti, pestaggi e torture i soldati israeliani
confessano l'orrore che hanno trovato ad Hebron.
Di Donald Macintyre,
Jerusalem Saturday, 19 aprile 2008 p>
Capelli neri, maglietta
nera, blue jeans, il ventiduenne è comprensibilmente riluttante, mentre sta
seduto ad un tavolo da pic-nic, in una situazione assurda,da qualche parte in Israele.
Noi sappiamo
il suo nome e se lo usassimo sarebbe sottoposto ad un'indagine e probabilmente
finirebbe in prigione.
Cantano gli
uccellini mentre egli descrive in dettaglio ciò che ha fatto e visto fare ad
altri come soldato semplice ad Hebron.
E sono certamente
criminosi: gli episodi in cui i veicoli Palestinesi
vengono fermati senza nessuna ragione, vengono sfondati i finestrini, vengono picchiati i
passeggeri per aver risposto, per aver detto ad esempio che stavano andando
all'Ospedale.
Rubare tabacco
ad un commerciante Palestinese, che per giunta viene anche picchiato a sangue
quando si lamenta.
Lanciare
granate assordanti all'interno delle Moschee attraverso le finestre, mentre la
gente sta pregando. E anche di peggio.
Il giovane ha
lasciato l'esercito solo alla fine dello scorso anno e la sua decisione di
parlare è frutto di sforzi congiunti al fine di esporre il prezzo morale pagato
dai giovani Israeliani costretti a prestare servizio in quella che
probabilmente è la situazione più problematica che c'è nei territori
occupati. Nondimeno perchè Hebron è la sola città Palestinese il cui centro è
direttamente controllato dai militari, per proteggere in particolare
la hardline dei coloni ebrei lì residenti.
Dice
fermamente che adesso è pentito di ciò che è avvenuto ripetutamente durante i
suoi giri in servizio.
Ma i suoi
sorrisetti nervosi ogni tanto rivelano le bravate che possono essere emerse
mentre si vantava dei suoi exploit con gli amici al Bar.
Si volta ripetutamente
verso il soldato più anziano, che lo ha persuaso a parlare con noi e dice, come
per cercare rassicurazione:
"Tu sai com'è ad
Hebron".
L'ex soldato più anziano è
Yehouda Shaul, il quale in effetti "sa com'è ad Hebron", avendo
prestato servizio nella città in una unità combattente proprio al
culmine dell'intifada, ed è un fondatore dello Shovrim Shtika, o Breaking the
Silence (Rompendo il Silenzio), che pubblicherà domani le
scomode testimonianze di 39 Israeliani (incluso questo giovane) che anno
prestato servizio nell'esercito ad Hebron tra il 2005 e il 2007.
I soldati provano una
serie di stati d'animo, dalla rabbia all'impotenza di fronte ai frequenti abusi
e violenze verso gli Arabi compiuti dai coloni Ebrei della hardline,
di fronte alle meschine violenze dei soldati, di soldati che colpiscono
residenti Palestinesi senza che ci sia stata provocazione alcuna,
saccheggiano negozi e case, aprono il fuoco su dimostranti disarmati.
Il maltrattamento di
civili sotto occupazione è comune a molti eserciti nel mondo (incluso quello
Britannico, dall'Irlanda del Nord all'Iraq).
Ma paradossalmente pochi
di questi paesi hanno una ONG come Breaking the Silence in Israele, la quale
cerca (attraverso le esperienze dei soldati) di
"forzare la società Israeliana ad inquadrare la realtà che essa stessa ha
creato nei Territori Occupati", attraverso il suo sito web.
Al pubblico Israeliano è
stato dato un poco lusinghiero barlume della vita militare ad Hebron quest'anno
quando un giovane luogotenente della brigata Kfir, di
nome Yaacov Gigi, ha avuto una condanna a quindici mesi di carcere per aver
portato con sè cinque soldati ad aggredire un taxi Palestinese,
commettendo quello che i media Israeliani chiamano un "rampage"
(un'aggressione violenta), nel quale uno dei soldati sparò e ferì un
civile Palestinese che aveva avuto la sorte di trovarsi nel posto sbagliato e
che cercava di uscirne.
In una intervista con
l'Israeliana Channel Two, Gigi, che era stato precedentemente un soldato
modello, ha parlato di "perdita della condizione umana" ad Hebron.
Richiestogli cosa intendeva rispose: "perdere la condizione umana è
diventare un animale".
I Militari Israeliani non
hanno perseguito il soldato che ha sparato, al
contrario di Gigi. Ma insistono con l'affermare che "gli eventi occorsi all'interno
della brigata Kfir sono altamente inusuali".
Ma come
conferma nella sua testimonianza il soldato ventiduenne, anch'egli della
brigata Kfir, sembra che gli eventi non siano stati inusuali.
"Certamente",
ci dice il nostro intervistato, "ero capitato molte volte in gruppi che
aggredivano i taxi, facevano sedere il tassista dietro e gli
chiedevano di portar loro in posti dove odiano gli Ebrei allo scopo di fare un balagan,
un gran baccano in ebraico".
"Poi
c'è lo scontro inter-clan fra
Palestinesi:"Ci era stato ordinato di andare fin lì e scoprire cosa stava
succedendo. Il nostro comandante di
plotone era un po' svitato.Così, comunque avremmo saccheggiato case, e il
comandante ci disse: 'Ok, chiunque vediate armato
di pietre o qualsiasi altra cosa, non mi interessa cosa, sparate', tutti avrebbero dato la colpa allo scontro
tra clan....."
Il comandante
della compagnia sapeva? "Nessuno sapeva. queste azioni erano azioni di
iniziativa del plotone".
Li colpivate?
"Certo, e non soltanto loro, chiunque si avvicinasse.....Soprattutto li
colpivamo alle braccia e alle gambe.
Qualcuno prese
colpi anche all'addome....Penso che ad un certo punto avessero capito che
eravamo soldati, ma non ne erano sicuri, perchè non
potevano credere che dei soldati potessero fare questo, sai com'è....".
Oppure usare
un bambino di dieci anni per individuare e punire uno di quindici che lanciava
pietre. "Così prendemmo un bambinoPalestinese,
sapevamo che lui sapeva chi era stato. Diciamo che lo picchiammo un po', per
usare un eufemismo, fino a che non lo ebbe
detto. Sai come vanno queste cose, quando la tua mente è come ubriaca e tu non
hai più pazienza ne' per Hebron, ne' per gli Arabi, ne'
per gli Ebrei".
"Il
bambino era davvero spaventato, quando si accorse che eravamo su di lui.
Avevamo un comandante con noi che era un po' fanatico.
Consegnammo il bambino al comandante e lui veramente gettò merda su di
lui.....gli mostrava ogni tipo di buco che vedeva per
la strada chiedendogli: è qui che vuoi morire? O qui? Il bambino continuava:
No, no!". <
"
Comunque, il bambino fu alzato e non si reggeva in piedi. Stava
piangendo......E il comandante continuava:' non fingere!' E gli dette altri
calci.
A quel punto
un soldato (anonimo), che era sempre stato male nell'assistere a certe cose, si
avvicinò, afferrò il comandante e disse:
'non toccarlo
più, basta!'. Il comandante disse: 'sei diventato un sinistroide o cosa?' E lui rispose: 'no, soltanto non voglio vedere certe
cose.'
Noi eravamo
proprio accanto a lui ma non facemmo niente. Eravamo indifferenti, sai com'è.
Ok. Solo dopo il fatto cominci a pensare.
Non subito.
Facevamo questo tipo di cose tutti i giorni...........era diventata
un'abitudine......."
"E i
genitori del bambino avevano visto tutto. Il comandante ordinò alla madre: non
ti avvicinare! Aveva alzato la sua arma, aveva ancora
un proiettile in canna. Lei era terrorizzata. Lui minacciava di sparare in
bocca al bambino, letteralmente.
Se si avvicina
qualcuno l'ammazzo. Uccido. Non ho pietà!
Cosi' il padre
del bambino abbracciò la madre e disse: 'calmati, lasciali fare così lo
lasceranno stare'."
Non tutti i
soldati in servizio ad Hebron diventano come animali. Iftach Arbel, 23 anni,
proveniente dalla classe medio alta, del centro
sinistra, residente ad Herzylia, prestava servizio ad Hebron come comandante
poco prima del ritiro israeliano da Gaza, quando pensava
che l'esercito voleva dimostrare che poteva essere duro anche con i coloni.E molti dei
testimoni, incluso Mr Arbel, descrivono come i coloni educano i bambini, fin
dall'età di quattro anni a lanciare pietre contro i
Palestinesi, attaccare le loro case ed anche a rubare i loro averi. Per Mr
Arbel i coloni ebrei sono "puro male" e l'unica soluzione è
rimuoverli.
Lui crede che
potrebbe essere possibile anche in questa situazione, trattare meglio i
Palestinesi. Aggiunge: "Facevamo attività notturna.
Sceglievamo un'abitazione a caso, sulla foto aerea, per fare pratica di
combattimento routinario e il resto, che è istruttivo per i soldati,
voglio dire sono daccordo con questo. Ma poi a mezzanotte tu svegli qualcuno e
metti tutta la sua casa sottosopra con le persone
che dormono sui materassi e il resto".
Ma Mr Arbel
dice che la maggior parte dei soldati sono in qualche modo tra la sua posizione
e quella dei più violenti.
Da due dei
suoi testimoni soltanto si può capire cosa intende.
>Come disse uno
di loro: "Facevamo ogni tipo di esperimenti per vedere chi poteva fare
meglio la spaccata ad Abu Snena.
Mettevamo i
Palestinesi contro il muro, in posizione come se dovessimo perquisirli, e
ordinavamo loro di allargare le gambe Allarga,
allarga allarga, era un gioco per vedere chi lo faceva meglio. Oppure potevamo
giocare a vedere chi riusciva a trattenere il
respiro più a lungo".
"Soffocandoli.
Uno si avvicinava a loro come se dovesse perquisirli, e improvvisamente
cominciava a urlare come se avessero detto qualcosa
e li soffocava........Bloccava le vie aeree, devi premere sul pomo d'adamo. Non
è piacevole. Vedi l'immagine di te che stai
facendo questo, fino a che lui sviene......
E furti e
violenze. "C'è questo negozio di accessori per auto là. Ogni volta i
soldati prendevano un'autoradio, altre cose.
Questo tizio,
se andate a chiederglielo, vi dirà tutte le cose che i soldati gli hanno
fatto".
Un posto ad
entrata libera........Saccheggiavano il suo negozio "Ascolta bene, se
parli ti confischiamo tutto il negozio, ti
spacchiamo tutto." Capite, lui aveva paura di parlare. Aveva cercato di
trattare: "sentite ragazzi, mi state danneggiando finanziariamente"....
Io personalmente non ho mai preso niente, ma vi dico, prendevano interi
impianti stereo.
Lui
continuava. "Per favore, datemi 500 shekel, sto perdendo soldi qui."
"Ascolta, se continui ti prendiamo l'intero negozio".
"Ok,
prendete, ma ascoltate, non prendete più di dieci impianti al mese".
qualcosa del genere.
" Sono
già in bancarotta". Era così miserabile.....I ragazzi della nostra unita'
vendevano queste cose una volta tornati a casa, facevano
affari con la gente. La gente è così stupida.
Il militare
disse che i soldati delle Forze di Difesa Israeliane operano
"seguendo strettamente una serie di ordinamenti morali" e
la loro aderenza a queste norme "aumenta ovunque e comunque le IDF vengono
a contatto con i civili".Aggiunse che
"Se emergono prove a sostegno delle accuse, vengono presi provvedimenti
per punire coloro che sono coinvolti al
più alto livello di gravità giudiziaria".
Dice
inoltre:"L'Avvocato Militare Generale ha emesso una serie di accuse contro
soldati, dovute a convolgimenti in
comportamenti criminali.....
I soldati
riconosciuti colpevoli sono puniti severamente dalla Corte Militare, in
proporzione al crimine commesso".
Le accuse
fin'ora non sono state quantificate.
Nella sua
introduzione alle testimonianze Breaking the Silence dice:"La
determinazione dei soldati a compiere la loro missione porta
a tragici risultati: la corretta normativa diventa spregevole, l'inconcepibile
diventa routine....."
Le
testimonianze sono per illustrare il modo in cui essi sono scaraventati nella
brutale realtà che regna sui Territori,una realtà in cui la vita
di molte migliaia di famiglie Palestinesi sono alla discutibile mercé di
giovani soldati.
Hebron
fornisce una messa a fuoco, una lente d'ingrandimento sulla realtà nella quale
la maggior parte dei giovani israeliani
vengono costantemente mandati."
Una forza per
la giustizia
Breaking the
silence è stata fondata quattro anni fa da un gruppo di ex soldati, la maggior
parte dei quali avevano prestato in unità
combettenti delle Forze di Difesa Israeliane ad Hebron. Molti dei soldati do
deserve duty in the military ogni anno.
Ha raccolto
circa 500 testimonianze dagli ex soldati che prestavano servizio nella West
Bank e a Gaza.
La sua prima
esposizione al pubblico è stata una esposizione di fotografie di Hebron per gli
studenti Israeliani e diplomats.
Riceve fondi
da diversi gruppi come Il Fondo Filantropico Ebreo Moriah, il Fondo Nuovo
Israele, l'ambasciata Britannica e l'Unione
Europea.
Di Hanan
Greenberg, Israel News
"Tutti là
sentono che stanno facendo qualcosa di sbagliato. Almeno i miei amici sentivano
che facevano qualcosa di sbagliato"
Questa è la
frase di apertura di un opuscolo di oltre 100 pagine, che racconta le storie di
decine di soldati che hanno prestato
servizio ad Hebron negli ultimi anni.
L'opuscolo è
stato pubblicato da Breaking the Silence
Quattro
testimonianze:
Soldato:
"C'era un soldato veramente pazzo nella mia unità, e gli piacevano le
torture. Una volta ha causato ad un uomo l'amputazione
di una mano".
Intervistatore:"Cosa
accadde?"
Soldato:
"Solo che quest'Arabo....Il soldato gli aveva rubato un pacchetto di
tabacco. Cosi l'Arabo arrivò e gridò: ladro, ladro ti ho visto!
Si avvicinò al soldato e noi cercammo di allontanarlo.............Non sapevamo
del furto".
"Il
soldato cominciò a picchiarlo, e tutti cominciarono a spingere......divenne un
pestaggio collettivo contro l'Arabo". /p>
"Poi il
soldato prese un filo metallico. Era veramente fuori di testa. Afferrò l'Arabo
e cominciò ad attorcigliare"
Intervistatore:
"Intorno alla sua mano?"
Soldato:
"Gia...lo strinse veramente. Ti dico, abbiamo cercato di fermarlo e lui:
'No, non lo lascerò andare. Ha alzato le mani
su di me, sarà
punito'. Stringeva intorno, intorno......Dopo cercammo di togliergli il filo di
ferro ma non ci riuscimmo, aveva proprio creato
un solco sulla sua mano, era diventata blu. E l'uomo che
gridava:' non sento più la mano'."
"Dissi
che avrebbe dovuto farsi tagliare la mano. Cercammo anche di scavare con un
coltello, per rimuovere il filo, ma non ci
riuscimmo....Gli dicemmo di andare in Ospedale. Non c'era niente da fare, non
riuscivamo a rimuovere il filo di
ferro dalla sua mano".
FURTO
Soldato:
"C'erano molti furti......Una volta eravamo in questa casa di gente
benestante ad Hebron. Trovammo un sacco di dollari
nascosti in un quadro. Folle. Il comandante disse ai due più anziani
dell'unità, 'Ok, dividiamo i soldi.'
Si divisero i
soldi, ne lasciarono un pò e mi dissero, 'se parli torniamo indietro e ti
macelliamo'."
Intervistatore:
"I saccheggi erano normali?"
Soldato:
"Un po' di saccheggi erano normali. Backgammon e sigarette, qualsiasi
cosa.......Prendevamo tutto ciò che era carino.
Altri
prendevano regali per le loro fidanzate dai negozi"
PESTAGGI
Soldato:
"Eravamo di pattuglial e vedemmo un ragazzo in un taxi che sembrava stesse
nascondendo qualcosa. Fermammo la
macchina......C'era stato appena un episodio di un soldato gettin accoltellato
lì o qualcosa del genere.
"Trovammo
un coltello.....chiedemmo al ragazzo, 'Perchè il coltello?' e lui rispose, 'è
per mia madre, per tagliare la verdura'
Dicemmo, 'cosa
sei un'idiota? Ci stai prendendo in giro? Stai mentendo?' Ci aveva fatto veramente
incazzare. Lo afferrammo, lo colpimmo un
po', sulle costole, non in faccia.
'Stai cercando
di ammazzarci'
"Poi il
resto dei ragazzi di pattuglia videro il pestaggio. Tutti gli saltarono
addosso.....lo picchiarono, lo pestarono veramente.....
lo colpirono
con bastoni, sulla testa..... E poi uno cominciò a strozzarlo, con due mani.
Doveva avere diciassette o diciott'anni e cominciò a
urlare, 'mamma, babbo'. Il soldato continuò a soffocarlo, cominciava a
diventare blu e perdere conoscenza."
"Subito
gli altri ragazzi videro cosa stava succedendo e cominciarono a tirare via il
soldato. Ma lui non voleva lasciare andare.
Non voleva
lasciare andare e gridò, 'Stai cercando di ucciderci, tu vuoi ucciderci, mi
vuoi accoltellare? Figlio di puttana, tu mi vuoi accoltellare.'
"Era
impazzito....Lo tirammo. Le braccia e lo stomaco. E tutto il suo corpo era in
aria, e continuavamo a tirarlo. Gli si scagliava contro come un pit-bul.
Alla fine riuscimmo a staccarlo da lui".