L’OCCIDENTE PROLUNGA L’ESISTENZA DEL REGIME DI GHEDDAFI
di Atwi Muammar
“Questo articolo è la mia traduzione dall’originale arabo pubblicato il 2 giugno sul giornale di Beirut Al-Akhbar , l’unico quotidiano arabo di sinistra. L’articolo dà un’idea della riflessione dei ribelli libici, diversa da quanto alcune personalità dell’opposizione libica che parlano inglese possono dire ai giornalisti occidentali, per non parlare degli occidentali che pretendono di parlare a nome della ribellione libica” - Gilbert Achcar.
Non è possibile spiegare l’attuale situazione in Libia ritenendo che il colonnello Muammar al-Gheddafi rimane ancora al potere grazie alle sue sole capacità militari e securitarie. Lo stesso fattore tribale non è più una carta vincente in mano al regime, come era all’inizio della rivoluzione del 17 febbraio. Secondo il portavoce del consiglio locale della città di Sirte, Abu-Bakr al-Farjani, che fa parte del Consiglio Nazionale di Transizione (CNT), la NATO progredisce lentamente nelle operazioni militari contro le brigate di Gheddafi per mantenerlo più a lungo al potere e quindi aumentare il prezzo che le potenze mondiali e le grandi imprese che le sostengono potranno chiedere all’opposizione di pagare.
L’esponente dell’opposizione libica, che di recente ha lasciato Sirt (bastione della tribù di Gheddafi) dice che « le regioni che attualmente sono sotto il dominio quasi completo delle brigate del regime sono Tripoli, Sirte e Sabha, ma il dominio non significa che le tribù che vivono in queste regioni appoggino totalmente il regime». Le tre tribù più importanti in Libia sono al-Warfalla, al Magariha e al-Farjan, ma ciò che possiamo affermare ora è che, per quanto riguarda le tribù, Gheddafi è sostenuto soltanto da al-Qadhahfa, e in particolare, al suo interno, dal clan al-Quhus. Il sostegno di al-Magariha è diminuito dopo che Gheddafi ha ucciso l’ex ministro delle telecomunicazioni, Said Rashid al-Megrahi, che era un membro influente dei Comitati Rivoluzionari [il partito di governo del regime di Gheddafi]. Secondo fonti dell’opposizione, Megrahi è stato ucciso il 21 febbraio, quando con altri membri della sua tribù ha assaltato il quartier generale di Tripoli per protesta contro la sanguinosa repressione delle dimostrazioni iniziate qualche giorno prima; gli sceicchi di al-Magariha avevano reagito proclamando il loro sostegno alla rivoluzione.]…
Oltre alla lentezza della NATO nel porre un termine alla situazione, ci sono fattori soggettivi che possono essere messi in conto come parte delle ragioni per le quali Gheddafi è ancora al potere, cioè la sua forza militare, quella delle forze di sicurezza, le sue armi e i suoi mercenari. Riguardo a questi fattori, al-Farjani ha detto a al-Akhbar che [il figlio di Gheddafi] Hannibal Muammar Gheddafi, comandante della 32° divisione e capo delle Guardie Rivoluzionarie e della Guardia Repubblicana, è attualmente il più forte esponente militare del regime, specialmente dopo i problemi che sono sorti tra i suoi fratelli Khamis e Saif-ul-Islam, e gode quindi di un forte sostegno da parte di suo padre e degli uomini del regime.
Quanto ai mercenari, al-Farjani spiega che nell’ultimo periodo il regime ha introdotto un grande numero di mauritani, dando loro la cittadinanza libica per poterli arruolare a combattere nei ranghi dell’esercito libico. A quanto dice al-Farjani, il regime sembra trovarsi attualmente in gravi difficoltà. Nella capitale, che è sotto il controllo del regime, gli oppositori di quando in quando fanno volare dei palloni con su scritti gli slogan della rivoluzione, il che riflette cambiamenti sul terreno. Allo stesso tempo, il colonnello fa offerte di concessioni, come la dichiarazione di essere pronto a un cessate il fuoco, per timore dell’intervento degli elicotteri della NATO…
Malgrado le sue critiche all’operato della NATO, il militante libico riconosce che le sue forze stanno avanzando, anche se lentamente. Dal divieto di volo per gli aerei del regime, all’uso dei droni USA, a quello degli elicotteri “Apache” negli ultimi giorni, la situazione sta evolvendo a favore dell’opposizione e della protezione dei civili.
Ma la situazione non cambierà rapidamente se i ribelli non vengono armati. Anche la difficoltà di comunicazione tra i ribelli delle province occidentali e il bastione dei ribelli nell’Est … non è a favore dell’opposizione. Al-Farjani sostiene che i ribelli sono ora organizzati in un esercito nazionale, al quale obbediscono tutte le altre forze. Sul timore che i rapporti con l’Occidente possano portare a una dipendenza, l’oppositore libico insiste che « la causa palestinese è la numero uno per i ribelli », e che la loro relazione con l’America, o la Francia, o l’Inghilterra, non significa che abbandoneranno questa causa, ma « questo rapporto non è che un rapporto di interesse, di natura economica », nel senso che le compagnie di questi paesi avranno la priorità nell’investire nel settore del petrolio e del gas in Libia….
Sembra che la posizione dei ribelli stia attraversando una fase difficile in questi giorni, dato che sono lacerati tra il voler mantenere la loro indipendenza e il dover pagare il conto dell’intervento occidentale senza diventare dipendenti.
Da ZSpace Page di Muammar Atwi, 4 giugno 2011
http://www.zcommunications.org/the-...
Traduzione di Gigi Viglino