LA GIORNATA DELLA TERRA
30 marzo 2009 – Ricorre il 33° anniversario della Giornata della Terra, giornata della difesa della terra palestinese dalla distruzione e dalla confisca da parte dei governanti d'Israele.
Nel 1976 il governo di Israele, scatenò un feroce attacco contro la minoranza araba in Israele. Uccisioni, arresti, confisca di terre, distruzione di case ed espulsione dei cittadini arabi dalle loro abitazioni e dalle loro terre, a Gerusalemme, nel Neghev e nella Galilea. Pratica che si ripete ancora di più oggi, particolarmente dopo la vittoria dell'estrema destra razzista nelle ultime elezioni israeliane del mese scorso.
In occasione di questa ricorrenza, credo, che è compito di ogni uomo libero e democratico del mondo di denunciare e condannare i crimini di guerra israeliani commessi dall'esercito israeliano contro la popolazione palestinese di Gaza, per affermare e difendere il diritto del popolo palestinese alla vita e alla sua terra.
Dr. Yousef Salman
Delegato della Mezza Luna Rossa Palestinese in Italia
http:/www.palestinercs.org
HEBRON
Il bilancio delle aggressioni, compiute il 30 marzo 2009, dalle forze di occupazione israeliane, ai danni di una manifestazione contro il muro dell'Apartheid, svoltasi nella cittadina di Idhna, a ovest di Hebron, in Cisgiordania, è di otto cittadini feriti, tra cui il segretario generale del Partito del Popolo, il deputato Bassam al-Salhi.
La protesta, che è terminata con un sit-in di piazza, al centro della cittadina, era stata indetta dal Partito del Popolo, in occasione del trentatreesimo anniversario della Giornata della terra.
I presenti hanno raccontato ai media che le forze di occupazione hanno lanciato numerose bombe al suono e gas lacrimogeni, e hanno aggredito ragazzi e donne. Diverse persone sono rimaste intossicate dai lacrimogeni e altre hanno riportato lividi causati dalle percosse subite.
Oltre all’On Al-Salhi, sono rimasti feriti Fahmi Shahin, membro del comitato centrale del partito, Yusef Ziyadeh, Awwad Abu Zalat, consigliere del comune di Idhna, la signora Faydeh Kamel Tomezi, Yusef Atawneh, la signora Shadiyah Salem Tomezi e Nadim Khaled al-Sharbati.
Le forze di occupazione israeliane hanno inviato sul posto grandi rinforzi, compresi mezzi corazzati. I militari hanno aggredito i manifestanti con manganelli, prima di circondare l'area e dichiararla "zona militare chiusa".
Al corteo hanno partecipato centinaia di sostenitori del Partito del Popolo e i proprietari dei terreni agricoli; al termine, è stato inaugurato un monumento dedicato al martire Yasser Saqer Tomezi, ucciso dal fuoco dell’occupazione israeliana il 13 gennaio scorso.
Nel suo discorso, l’On. Al-Salhi ha affermato: "La Giornata della terra rimarrà un giorno nazionale e di lotta fino alla sconfitta dell’occupazione e dei coloni, fino al raggiungimento della libertà, dell'indipendenza e al ritorno. Il popolo palestinese, con tutte le sue componenti politiche, è determinato più che mai a proseguire la lotta, ed esprime forte attaccamento ai propri diritti e alla propria terra".
Il deputato ha invitato a rafforzare la lotta popolare in difesa della terra palestinese e a resistere al colonialismo, e ha sottolineato l'importanza del dialogo nazionale per contrastare i pericoli che la causa palestinese deve affrontare, compresa l'ebraicizazzione della città di Gerusalemme.
Lo dimostra, infatti, la denuncia fatta dal leader del movimento islamico e dall’archimandrita cristiano ortodosso, di un piano israeliano per evacuare e demolire circa 1.700 abitazioni palestinesi nella Città Santa, provocando così oltre 17.000 senza tetto. Situazione questa definita “la più pericolosa dal 1967”, data di annessione di Gerusalemme da parte di Israele.
Se da una parte si demoliscano le case dei palestinesi, dall’altra si costruiscono abitazioni per i coloni. Il Ministero dell’Edilizia Abitativa, secondo un dossier israeliano, ha progettato di realizzare 73.300 unità abitative nelle colonie che si trovano in Cisgiordania e nella parte orientale di Gerusalemme. Questa pianificazione porterà, quindi, ad un aumento di almeno 300 mila unità del numero dei coloni.
(Dal sito di infopal)
ll nemico del sole
Samih Al Kassem
(amico d'infanzia e di lotte del grande poeta Darwish)
Perderò, forse, lo stipendio,
come tu lo desideri;
sarò costretto a vendere abito e materasso;
farò, forse, il portatore di pietre;
il facchino,
lo zappino di strada
oppure l’operaio in una officina;
forse sarò anche costretto a cercare nei letami
per trovare un grano da mangiare;
o forse morirò nudo e affamato.
Ciò malgrado non mi rassegnerò mai a te,
o nemico del sole!
Ma resisterò fino all’ultima goccia
di sangue nelle mie vene.
Tu mi potresti rubare l’ultimo palmo di suolo;
saresti capace di dare alle prigioni
la mia giovane età;
di privarmi dell’eredità di mio nonno:
degli arredamenti, degli utensili casalinghi
e dei recipienti.
Saresti pure capace di dare al fuoco
le mie poesie ed i libri miei
ed ai cani la mia carne.
Saresti – come è vero – un incubo
sul cuore del nostro villaggio,
o nemico del sole!
Ciò malgrado, non mi rassegnerò mai a te
e, fino all’ultima goccia
di sangue nelle mie vene
resisterò!...
Potresti spegnermi la luce che m’illumina la notte
e privarmi di un bacio di mia madre;
i ragazzi vostri sarebbero capaci di insultare
il mio popolo e mio padre;
qualche vigliacco di voi sarebbe capace di
falsificare pure la mia storia;
Tu stesso potresti privare i figli miei
di un abito di festa;
saresti capace di ingannare,
con falso volto,
gli amici miei,
crocifiggermi i giorni su una visione umiliante,
o nemico del sole!
Ciò malgrado, non mi rassegnerò mai a te
e, fino all’ultima goccia di sangue nelle mie vene
resisterò!...
O nemico del sole!
Nel porto vedo degli ornamenti,
dei segni di gioia;
sento delle voci allegre
e degli applausi entusiasti
che infuocano d’allegria la gola;
e nell’orizzonte vedo una vela
che sfida il vento e le onde
sormontando con fiducia i pericoli!
Questo è il ritorno di Ulisse
dal mare dello smarrimento.
Questo è il ritorno del sole
E dell’uomo espatriato!...
Per gli occhi di lui e della amata terra
giuro di non rassegnarmi mai a te
e fino all’ultima goccia di sangue nelle vene,
resisterò,
resisterò,
resisterò!...
W LA GIORNATA DELLA TERRA,
W LA LOTTA DEL POPOLO PALESTINESE
PER UNA PALESTINA LIBERA, LAICA E DEMOCRATICA
(HANDALA)
Handala significa amarezza.L'amarezza è il sentimento che si prova di fronte ad un'ingistizia storica così grande. Ma Handala è anche un simbolo forte della Palestina che resiste. E un giorno, ne siamo certi, Handala si girerà e tornerà a casa in Palestina. I profughi si alzeranno dai quattro angoli della terra per tornare a casa, in Palestina.
Quel giorno tutti saremo più liberi. (dal libro "Handala" di Miriam Marino)
Scolari di Gaza
Nizar Qabbani
(Poeta siriano)
O scolari di Gaza
insegnateci
un po’ di ciò
che noi abbiamo dimenticato
Insegnateci
a essere uomini
da noi gli uomini
sono diventati pasta morbida
Insegnateci
come i sassi
tra le mani dei bambini
diventano diamanti preziosi
Insegnateci
come fa la bicicletta di un bambino a diventare una mina
e il nastro di seta,
un’imboscata
Come la bottiglia del latte
se non la imprigionano
diventa un coltello.
O scolari di Gaza
non date retta
alle nostre trasmissioni
non ascoltateci
colpite
colpite
con tutta la vostra forza
occupatevi del vostro lavoro
e non chiedete a noi
Noi siamo la gente dei conti
dell’addizione
e della sottrazione
conducete le vostre guerre
e lasciateci
Noi siamo i disertori
che hanno abbandonato l’esercito
prendete allora le vostre corde
e impiccateci
Noi siam morti
che non hanno una tomba
e orfani
che non hanno occhi
che restano chiusi nelle loro tane
e vi abbiamo chiesto
di combattere il drago
Siamo diventati più piccoli davanti a voi
di mille secoli
E voi, in un mese
più grandi di secoli
O scolari di Gaza
non fate ritorno
a ciò che abbiamo scritto e non leggeteci
Noi siamo i vostri padri
non somigliateci, quindi
noi siamo i vostri idoli
non adorateci
Noi pratichiamo
la menzogna politica
e la repressione
costruiamo tombe
e carceri
liberateci
dai vincoli della paura che è dentro di noi
cacciate via
l’oppio che c’è nelle nostre teste
Insegnateci
l’arte di aggrapparsi alla terra
non abbandonate
il Messia sofferente
Piccoli amati
la pace su di voi
che Dio possa fare del vostro giorno
un gelsomino
Dalle fessure della terra in rovina
siete sorti
e avete seminato nelle nostre ferite
la rosa selvatica
Questa è la rivoluzione dei quaderni
e dell’inchiostro
diventate sulle labbra
melodie
fate piovere su di noi
valore e fierezza
Lavateci via la nostra bruttezza
lavateci
non abbiate paura del Faraone
né degli incantesimi di Mosè
e preparatevi a raccogliere le olive
Davvero questa epoca ebraica
un giorno si dissolverà
se ne possediamo la certezza
Folli di Gaza
mille volte benvenuti
i folli
se ci libereranno
L’era della ragione politica
se ne è andata da tempo
insegnateci la follia
___ __
(Da www.baruda.net)