Lei
gli disse “No”
Il
9 marzo 2001, Christopher K. McCarthy, di 22 anni, di Concord nel New
Hampshire soldato in una base della Corea del Sud venne condannato a
6 anni di prigione per avere picchiato a morte una barista coreana
che si era rifiutata di fare sesso con lui. (da un articolo apparso
nel settimanale Asian Week)
Vorrei
proprio sapere come ci si sente
potere
dilagante, cieco senso di diritto a tutto
bello
impacchettato
in
un pene minaccioso
di
14 centimetri, a stelle e strisce.
Cameriera
coreana uguale
ricettacolo
per sperma di soldato americano
cloaca
per ristoro americano
ma
come le è mai saltato in testa
che
poteva scegliere?
Lei
disse di no
così
io la picchiai
e
continuai a picchiarla
poi
cadde e così
le
diedi dei calci
e
continuai a prenderla a calci
e
vorrei proprio sapere come ci si sente:
la
rabbia che sale
l’inguine
teso come un pugno
nella
pancia un siluro
pitoni
nelle viscere spuntano due ali
proprio
come gli angeli di dio
pallottole
che tuonano
dalle
mani e dai piedi.
Voglio
proprio sapere cosa ci vuole
Per
battere a morte una donna.
Se
li era contati quel giorno i suoi risparmi?
Aveva
promesso al figlio: domani
se
mi danno abbastanza mance, domani
compreremo
i vestiti per la scuola,
e,
sì, forse quest’estate
andremo
a trovare i nonni
nel
villaggio…
Che
stupida! Dimenticavo
è
una senza nome
senza
faccia, senza voce.
Seni,
fianchi, vagina.
capelli
neri e lucidi e
bocca
rossa lucida
E
cosce spalancate e – sentite un po’ questa:
lei
si è rifiutata
di
fare sesso con lui?
Lei,
sì, proprio lei
si
è rifiutata?
La
terra smise di ruotare?
Si
spense forse il sole?
Le
stelle e le strisce
si
congelarono sulla loro asta,
infrangendosi
nel buio?
Ma
se non era che un muso giallo!
La
trama già la conoscete-
mica
sto a ripetervela?
Lui
il nome ce l’ha.
Lei
è una senza nome.
Lui
possiede un grado, una pistola
una
famiglia, una chiesa, un paese di nascita
una
ragazza del paese che l’aspetta,
E’
lui l’eroe!
Lei
non è che uno zerbino
Quindi
non le restava che ucciderla.
Che
altro poteva fare?
Lei
stava cambiando la trama.
Voglio
proprio sapere come ci si sente,
quando
la trama siete voi: radici
nell’inguine,
fiori
sulla
pancia, viscere
come
viticci, fioriscono
due
ali come
gli
angeli santi di dio,
testimoni
giusti delle pallottole
che
trapassano mani e piedi.
Suvvia
portate la bilancia:
sei
anni per Mc Carthy
trentun
anni della sua vita.
Aspettate!
Sul piatto di lei ci aggiungo qualcosa:
il
sogno che aveva fatto la notte prima,
il
dolore ai piedi per i tacchi alti,
la
striscia di seta blu alla sua finestra,
libri
di storia accanto al suo letto,
l’incenso
che brucia tutti i giorni
per
la nonna, i punta di sutura
che
hanno dato a sua madre
dopo
la sua nascita –
la
bilancia dice: Spiacente
era
solo una barista
che
le sue battute non le sapeva.
Voglio
proprio sapere, McCarthy, come ci sente
quando
la trama incomincia a cadere a pezzi,
la
bocca rossa e lucida
che
dice no,
a
quelli senza faccia
crescono
gli occhi
che
si fissano nei tuoi.
Ti
fa esplodere l’inguine,
ti
trapassa la pancia
con
una baionetta,
ti
strangola gli intestini,
genera
due ali mostruose
come
gli angeli della vendetta di dio,
frammenti
di granata che UCCIDONO
penetrando
mani e piedi?
Perché
la trama
deve
essere risistemata, la storia
non
può essere cambiata, la storia
riguarda
te.
E
come se l’era mai immaginato,
quella
barista asiatica, il nulla giallo,
come
le è saltato in mente
che
poteva dire no?
Copyright
Shailja Patel, 2001