MEDIO ORIENTE: OSAMA SAAD A MODENA
Incontro con i giovani alla “Scossa”
di Mirca Garuti
Osama Saad, membro del partito nasseriano libanese, in occasione della IV edizione del “Premio Stefano Chiarini”, che si è tenuta a Modena il 2 febbraio scorso, incontra alcuni giovani presso il laboratorio “La Scossa”. Gli argomenti trattati sono stati principalmente la situazione del Libano e degli altri stati arabi, la condizione di vita, totalmente priva di diritti, dei profughi palestinesi in Libano ed il loro futuro. In questo periodo la loro situazione sta peggiorando a causa dell’elevato numero di palestinesi che provengono dalla Siria, specialmente dal campo profughi di Yarmouk, alla periferia di Damasco. “In Libano alcuni partiti politici hanno fatto accordi con il governo israeliano – afferma Osama - con l’obiettivo di riuscire a disperdere molti palestinesi in vari paesi, non solo arabi, per fargli dimenticare le proprie origini. Israele sogna che un giorno non lontano i palestinesi non dicano più: voglio tornare a casa mia”.
Si parla anche delle “Primavere Arabe”. Osama sottolinea che il suo partito progressista non appoggia quegli obiettivi che vengono da destra, dai partiti islamici che impediscono l’innovazione e la progressione dell’unità del popolo arabo. Il nucleo centrale della questione è quello di riuscire a trovare quell’unità tra i paesi arabi laici e progressisti necessaria per contrastare l’ingerenza di paesi stranieri e dei partiti islamici. All’inizio, continua Osama, si è trattato di rivolte sociali che riguardavano il lavoro, la libertà, la democrazia iniziate dai progressisti, sia in Tunisia e sia in Egitto. Successivamente, Stati Uniti e altre forze reazionarie sono intervenuti sul movimento, hanno messo le loro mani sulle rivolte, cambiando la situazione, raccogliendone “i frutti”. I progressisti non hanno avuto la capacità di unire le loro forze e di coinvolgere la gente nel loro programma, mentre, sono state le forze reazionarie e islamiste ad avere questa capacità, sfruttando anche i luoghi di culto per poter comunicare con la gente, trovando qui un contatto diretto.
Infine, nei paesi arabi il fattore denaro e corruzione, nelle elezioni, gioca un ruolo molto importante.
I Fratelli Musulmani, in Tunisia e in Egitto, hanno avuto la capacità di dare voce a quella parte di popolazione che è sempre vissuta ai margini delle grandi città, nelle zone di campagna, sfruttando la religione per vincere. Cultura e religione, nei paesi arabi, corrono sullo stesso binario, sempre insieme. Il dibattito si sposta ancora sul rapporto che c’è tra il partito nasseriano e gli altri partiti all’opposizione al governo libanese e sull’importanza del riconoscimento della Palestina come Stato osservatore all’ONU. Osama affronta anche il problema legato ai giovani libanesi, molti dei quali sono costretti ad andare in altri paesi alla ricerca di una vita dignitosa. La pressione fiscale in Libano è molto alta, la disoccupazione, secondo il governo, è del 20%, l’istruzione pubblica funziona male e quella privata, naturalmente, è molto costosa, quindi accessibile a pochi. E’ quasi sicuro che anche in Libano possa scoppiare una rivoluzione, come risposta ad una situazione molto pesante alla quale il governo non è in grado o non vuole porvi rimedio. Il 30% della popolazione libanese vive in condizioni di estrema povertà e le divisioni esistenti tra le varie fazioni che riguardano la vita sociale, politica ed economica del paese giocano un ruolo molto importante nella politica libanese. E’ estremamente importante quindi creare una forte unità popolare per poter contrastare la voglia di divisione voluta da altri partiti e, successivamente, riformare la legge elettorale esistente da più di 50anni. Nell’estate di quest’anno ci saranno nuove elezioni. Il governo libanese ha proposto un decreto legge che prevede che i sunniti possono eleggere solo i sunniti, gli sciiti solo gli sciiti ed i cattolici solo i cattolici e così via… e questo ha generato naturalmente una forte spaccatura tra le parti. L’ultimo argomento trattato riguarda la questione siriana. Osama afferma il concetto che il suo partito è vicino al popolo siriano che subisce la rivoluzione e si oppone ad ogni tipo di pressione su di lui, al contrario invece di altri paesi (Stati Uniti, Turchia, Katar e Arabia Saudita).
Il partito nasseriano che si definisce progressista, resistente, panarabista vuole invece democrazia, libertà, giustizia sociale, la liberazione del mondo arabo dal sionismo e non accetterà mai di essere al seguito né degli Stati Uniti e né di nessun altro governo arabo. Ha un sogno: realizzare un progetto di rinascita araba che collabora con tutti i popoli del mondo. Questo non è stato realizzato dalle Primavere arabe. Il dominio della volontà politica di questa regione è sempre nelle mani degli Stati Uniti e del sionismo.
12/02/2013
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