ROSARIO CITRINITI:
“INIZIO LO SCIOPERO DELLA FAME CON I DETENUTI PALESTINESI.
LA LORO LOTTA SARÀ ANCHE LA MIA”
Carissimi amici, accogliendo
l’appello promosso da Amnesty International,
l’appello lanciato dall’Arcivescovo Atallah Hanna,
l’appello lanciato dalle organizzazioni palestinesi,
tutti riguardanti i prigionieri palestinesi detenuti illegalmente nelle carceri israeliane molti dei quali in sciopero della fame da molti mesi ed alcuni in serio pericolo di vita ( SAMER ISSAWI, 200 GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME ) in solidarietà con la loro lotta di resistenza, dalle ore 17 di oggi lunedì 18 febbraio la loro lotta sarà anche la mia, con le stesse modalità inizierò uno sciopero della fame finché gli organismi nazionali e/o internazionali non prenderanno impegni reali per assicurare il rispetto dei diritti umani nelle carceri israeliane con un intervento immediato atto a salvare i detenuti in sciopero della fame e alla scarcerazione di tutti i prigionieri palestinesi in carcere senza né accuse né processi. (Da Amnesty International: ISRAELE: DETENUTO IN PERICOLO DI VITA )
Alcuni amici allestiranno presto una tenda per la notte nella gradinata della chiesa parrocchiale non essendo stato possibile portare avanti l'iniziativa dentro il luogo di culto. Un abbraccio e grazie per la partecipazione all'iniziativa.
Rosario Citriniti - Invictapalestina
Pentone (CZ) 18 febbraio 2013
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Mercoledì 27 febbraio
10° giorno di solidarietà con Samer Issawi
Cari amici, con lo sciopero della fame iniziato sul Sagrato della Chiesa di Pentone (CZ) abbiamo provato a scuotere l’indifferenza generalizzata, digiunando con Samer pubblicamente, ma l’Italia, a parte una piccola nicchia, è rimasta cieca e sorda al pari degli altri paesi.
Non abbandoneremo mai Samer e gli altri, ma da domani cambieremo forma di lotta, allo sciopero della fame, sostituiremo altre pratiche di solidarietà con i prigionieri politici palestinesi, più visibili e più efficaci. Le forme cambiano ma il nostro sostegno resta immutato.
Si ringraziano quanti hanno solidarizzato con l'iniziativa e anche chi, segnalando la propria indignazione, ha fornito motivo di riflessione.
Un abbraccio - Rosario
"Nessuno ha mai commesso un errore più grande di colui che non ha fatto niente perché poteva fare soltanto poco" - Edmund Burke
D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.
Italo Calvino, Le città invisibili
Martedì 26 febbraio
Nono giorno di sciopero della fame in solidarietà con Samer Issawi e i prigionieri nelle carceri israeliane.
Ieri sera ho ricevuto la visita del mio amico medico Gianni, insieme abbiamo partecipato nel 2005 alla “Carovana dei Diritti” da Strasburgo verso Gerusalemme per chiedere in particolare l'applicazione delle risoluzioni Onu sulla Palestina. La Carovana fu bloccata da Israele sul ponte di Allenby e neanche in questa occasione le bandiere della pace, consegnate da decine di associazioni dei paesi attraversati dal convoglio, raggiunsero Gerusalemme. Gianni mi ha trovato in buona salute.
Ieri sera nella Casa Umanista c’è stato un breve incontro con altre associazioni torinesi ed insieme abbiamo concordato un momento informativo per Mercoledi 27 in piazza Castello angolo via Garibaldi, l’appuntamento è alle ore 17, chi vuole potrà poi partecipare al momento di preghiera contro tutte le guerre, organizzato dal Centro Sereno Regis nelle stesso luogo fino alle 19.
In questi giorni sono arrivate molte mail , la maggior parte di solidarietà all’iniziativa di sostegno ai prigionieri palestinesi altre di critica all’iniziativa partita dalla Calabria:
Qualcuno suggerisce di fare scioperi della fame per i problemi italiani e occupandosi di politica estera non ritiene opportuno pubblicizzare l’iniziativa anche se scrive su un giornale nazionale. Qualcuno ha anche ritenuto inopportuna e poco rispettosa la lettera scritta a Samer Issawi.
Io resto convinto che lo sciopero della fame di Samer Issawi, insieme ad altri eventi accaduti negli ultimi giorni, è stato causa scatenante delle rivolte in atto, è riuscito anche a creare uno sciopero più ampio, si parla di oltre 4000 detenuti che hanno aderito alla stessa forma di lotta. A questo punto è necessario il martirio? Io penso di NO.
Lunedì 25 febbraio
Ottavo giorno di sciopero della fame in solidarietà con Samer Issawi e i prigionieri nelle carceri israeliane.
Ho dormito al caldo della "Casa Umanista" in via Martini 4/b Torino.
Questa mattina c'è molto silenzio, il pc è sempre acceso e scorro le pagine della posta elettronica e Ringrazio Giorgio della Casa Umanista per i comunicati alla stampa, Antonino ed Enrico ISM-Italia per le informazioni postate alle varie organizzazioni.
Poi scorro la bacheca di FaceBook e penso a Vittorio! Penso a quanti ne parlano e a quanto lo usano per aumentare la propria notorietà, ma quanti lo imitano?
Il Centro Invictapalestina nasce in Calabria con un bellissimo intervento di Wasim Dahmash e Marco Ramazzotti, non sono tardati ad arrivare gli auguri di Vittorio, in quell'epoca era a GAZA e ci siamo meravigliati di vederci raccontati nel suo BLOG da lui, così lontano ma cosi vicino e attento.
Oggi apro le pagine di FaceBook e ritrovo Daria & Maksim: Messaggi scritti col cuore e foto spiritose, poi scorro col mouse sulle tristezze della quotidianità... chi "scende il cane", chi augura buon giorno al mondo, chi prende l'ombrello intonato alle calze per andare a votare, chi ci descrive come ammazza il tempo tra un divano e una poltrona, e poi notizie più importanti che scorrono veloci e non riesci ad acchiappare in tempo per leggerle. Josè Saramago molti anni fa ci aveva avvertiti che saremmo diventati la società del mouse, molti click ma poche azioni, utenti anziché cittadini.
Il 25 febbraio 1994 il colono ebreo fondamentalista Baruch Goldstein, membro del partito estremista Kach, entrò nella sala di preghiera riservata ai fedeli musulmani, indossando la sua divisa da soldato. Aprì il fuoco sui fedeli col fucile d’assalto Galil, uccidendo trenta persone e ferendone 125. I superstiti lo picchiarono a morte. Non venne scelto un giorno a caso per il massacro. Il 25 febbraio era infatti il giorno in cui nel 1994 cadeva la festa del Purim (che commemora la liberazione del popolo ebraico nell’antico Impero Persiano, come riportato nel libro di Ester).
Oggi Samer Issawi è in fin di vita isolato in una cella della prigione di Ramle, il fratello Fadi morì in quel massacro.
Domenica 24 febbraio
Oggi 7° giorno di sciopero della fame.
Lo sciopero continuerà presso la Casa Umanista via Martini 4/b, zona Università, Palazzo Nuovo, contrariamente a quanto comunicato precedentemente.
Sono arrivato a Torino e ho trovato accoglienza nella sede della casa umanista: La Casa Umanista è un luogo di cultura e di attività ispirate ai principi del Nuovo Umanesimo Universalista. Accoglie e promuove iniziative e realtà che hanno come obiettivo l’aggregazione sociale, lo sviluppo della creatività, l'affermazione dei diritti umani e l'evoluzione dell'essere umano. E' un luogo dove la nonviolenza diventa azione.
In serata è stato possibile dedicare un momento a Samer Issawi, l'informazione e la verità sono sempre le prime vittime di ogni conflitto, aiutateci a smascherare in ogni luogo la falsa ricerca di pace di un paese che quotidianamente porta avanti la pulizia etnica del popolo palestinese.
Leggete: La pulizia etnica della Palestina (Pappé Ilan scrittore israeliano)
"D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda."
Italo Calvino, "Le città invisibili"
Sabato, 23 febbraio
Cari amici, oggi è il 6° giorno di sciopero in solidarietà con Samer.
Ieri sera ho partecipato alle funzioni religiose anche senza essere credente/praticante. Prima di iniziare il percorso della Via Crucis il Parroco ha letto un messaggio di denuncia sull'occupazione israeliana, alla fine delle 14 stazioni sono stato invitato a spiegare le ragioni della protesta, ho avuto così occasione di parlare nei dettagli di Samer Issawi nelle carceri israeliani ad appena 16 anni, poi ho letto "la denuncia", brano scritto da Don Nandino Capovilla per la 10° stazione della Via Crucis.
Finita la funzione religiosa grande sorpresa: Davanti alla tenda la 4° classe della scuola elementare al completo, armati di notes e matita pronti a riportare le mie risposte alle loro 10 domande, faranno un elaborato in classe e poi lo recapiteranno ad Invictapalestina. Il Centro ha donato alla maestra libri sull'argomento e un Premio per l'elaborato più impegnativo e completo.
Abbiamo poi smontato la tenda e il digiuno è proseguito nel "Centro di documentazione" Invictapalestina finalmente al caldo.
Oggi alle 14.40 aereo da Lamezia per Torino, dove lo scioperò continuerà insieme ad altri amici in una tenda che nel frattempo sarà allestita in via Garibaldi nei pressi del Centro Studi Sereno Regis.
Riporto i 2 brani di seguito:
Lettura del Parroco ai fedeli.
Le Vie Crucis che celebriamo, non sono semplicemente archeologie devozionali o particolari spiritualità, che variegano il mondo cattolico. Esse sono scritte, ancora oggi, con il sangue di migliaia di oppressi che lottano per la loro liberazione. Tra questi ci sono i palestinesi che sono ogni giorno costretti in interminabili checkpoint, in uno stato di umiliazione continua e terribile. La Palestina è fatta di gente scacciata dalle proprie case, di agricoltori senza terra, di artigiani senza bottega. Il ripercorrere i passi di Cristo, sotto il peso di una condanna ingiusta, ci dovrebbe immerge proprio in quell’atmosfera quotidiana della Terra Santa, dove il dolore e l’umiliazione sono un dato costante per un popolo che percorre le stesse strade di Gesù, divenute calvario di morte, di paura e di insicurezza totale.
Su tutto questo, domina il tristissimo segno del muro. Quel muro che in Europa commemoriamo caduto, venti anni dopo, perché ci siamo accorti che era un terribile segno di inciviltà e di ingiustizia. Ma quello stesso muro, ben più raffinato e ben più ingiusto, divide ora ancor più di due popoli, due lingue, due culture, due religioni.
Purtroppo, la passione di Gesù non ha spazi privilegiati. Si ricompone in ogni angolo della terra. Perciò, la Via crucis diventa vivente, ogni giorno su strade che portano ai calvari di oggi.
Don Nandino Capovilla: 10° stazione, In prigione, in prigione
E' una montagna di dolore questo calvario su cui arrancano più di diecimila famiglie palestinesi.
Una serie di norme, in gran parte contrarie al diritto internazionale, condanna persino i ragazzini a marcire nelle prigioni israeliane anche per vent'anni, senza processo né capo d'imputazione.
Ragazzini rei di aver scagliato pietre contro i carri armati, ragazzini che una volta uomini, potrebbero imbracciare le armi per mal riposto desiderio di riscatto.
Sette famiglie su 10 piangono i loro parenti senza sapere dove sono, ignorando le torture che subiscono, le volte in cui verrà rinnovata "la detenzione amministrativa", quella forma di arresto senza accusa su cui nemmeno gli avvocati potranno indagare.
Le madri di quanti sono in carcere si ritrovano spesso sulle piazze di Ramallah o di Nablus, per affidare a un megafono gracchiante tutto il grido che il cuore non contiene più, e tengono sul petto un piccolo quadro con la foto del figlio, come se fosse morto.
Venerdi 22 febbraio
Oggi 5° giorno di sciopero della fame in solidarietà con i detenuti palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Giornata di sole in Calabria e notte molto serena grazie a Don Gaetano, parroco di Pentone, che mi ha sottratto alla pioggia torrenziale offrendomi ospitalità nella sacrestia della Parrocchia San Nicola di Bari. Peppino ha portato una stufetta per asciugare sacchi a pelo e coperte, i ragazzi come tutte le sere latte e tè. Questa mattina Enzo è arrivato con la sua panda e mi ha portato al bar per un latte super caldo. Questa sera in Chiesa ci sarà la Via Crucis, subito dopo la tenda sarà smontata e lo sciopero continuerà in altro luogo fino alla liberazione di Samer. Voci danno la sua liberazione come imminente ma non ci fidiamo della "giustizia israeliana" soprattutto quella inflitta ai palestinesi. La tenda è metà di visite e riflessioni, ieri sera una riflessione molto importante... Siamo derubati del nostro tempo! Molti si rendono conto che vorrebbero fare... vorrebbero informarsi ma non hanno tempo, altri passeggiano per ammazzare il tempo, la riflessione si sposta dalla Palestina al nostro modo di vivere con la distruzione graduale della Comunità e il prevalere degli egoismi personali che poco per volta distruggono il tessuto sociale. Anche a Pentone c'è aria di campagna elettorale, più che in altri luoghi si discute, mi sembra con pochi contenuti, i nomi dei candidati, ancora una volta, mi sembra siano al centro dell'attenzione ma non i programmi e i progetti per una società rinnovata. Nessuno degli schieramenti politici si è pronunciato sui diritti negati ed in particolare sulla situazione Palestinese. Ieri ho ricevuto la visita del Sindaco di Pentone che ha contattato la Croce Rossa di Catanzaro per informare sulla protesta in Atto.
Segue la traduzione della mia lettera a Samer, fatta da Massimo (USA) chi può farla recapitare a Samer nelle carceri sioniste?
Dear Brother, dear Sami,
The echo of your struggle has reached Calabria (ITALY).
In a small town of this region, we have set up a ‘tent of hope, where, for the past four days, I have been on a hunger strike, in solidarity with you and with all our Palestinian sisters and brothers, who are engaged in their daily resistance to the inhumane Zionist occupation, which has been trying to silence your aspirations to freedom and to thwart your indomitable will.
Here, in Calabria, I founded “Invictapalestina’ (Indomitable Palestine), and in these days, more and more people want to learn about the beautiful land of Palestine. They need me as a source of information through events, videos, books etc., and they need you as a luminous example of courageous resistance to the Israeli occupation, which you first experienced when you were barely 16.
Zionism is driven by an urge to suppress freedom, suppress life, in order to continue with its project of evictions, ethnic cleansing and Apartheid.
To counter this project, I have a propostion for you:
- Dear Sami, choose life over martyrdom.
- By choosing to end our hunger strike together, you in your prison in the Occupied territories and I here, in Italy, we continue to embrace the collective, daily struggle, that will soon bring, together with all people of conscience all over the world, to the liberation of your land.
As brothers, together we will wait for your liberation, will share the same food, the same house. We shall share your house in Palestine, rebuilt with the colors of Spring and of Calabria’s olive orchards, and my house here with the colors and the flag of your land.
I am not asking, of course, that your renounce your struggle. Mine is a call to life, to continue the struggle with renewed energy. Together we will embrace our mothers, our sisters and our brothers, you in Palestine and I in Italy..
Once freed from the Israeli chains, we will make sure that you can come to Italy to tell your story of resistance. We will welcome you with the songs of our Partisans, who liberated us from the Nazi-fascists. Afterwards, I will follow you to Palestine, and you will be my guide to the landmarks of revolt, resistance, art, and music of your beloved Land.
I conclude with Mahmud Darwish’s words:
If you shout with all your strength and an echo replies
“Who’s there?”
You can say “Thank you” to your identity.
Looking forward to your reply
A big hug, Rosario -- Invictapalestina
Giovedì 21 febbraio
Oggi 4°giorno di sciopero in solidarietà a Sami (mi hanno detto che è il suo diminuitivo)
Piove dalle ore 14, alcune donne hanno portato latte, acqua, tè, altre hanno portato via coperte e guanciali da asciugare in casa, Enzo ha portato 2 teli provvidenziali di plastica che Vincenzo e Marta hanno steso sulla tenda per evitare ulteriori infiltrazioni d'acqua.
Ieri sera ho ricevuto visite da Mario, Antonio, Nicolas, Francesco, Peppe, Michele, Raffaele, Manuel, Matias. Il più piccolo 9 anni il più grande 14, con grande curiosità hanno fatto domande sulla Palestina, sono andati via tardi poi alcuni sono ritornati con i giubottini gonfi, poi un po' timidi hanno svuotato le tasche lasciandomi succhi e latte caldo in un microscopico termos.
La salute è buona e il morale alto, la lettera che segue è indirizzata a Sami, sarebbe da tradurre in arabo/inglese e recapitarla con le proprie organizzazioni direttamente a Sami.
I Link che seguono aggiornano quotidianamente la situazione in Palestina e in Calabria, Grazie Mirca e Gabriella, altre notizie sul sito di Palestinarossa.
Per contatti info@invictapalestina.org o segreteria@invictapalestina.org , risponderà a tutti Simonetta. https://sites.google.com/site/parallelopalestina/sciopero-della-fame
Caro fratello, Caro Sami
L’eco della tua lotta è arrivata in Calabria (ITALIA).
In un piccolo paese di questa regione abbiamo montato una tenda della speranza nella quale da quattro giorni anch’io faccio lo sciopero della fame in solidarietà con la tua lotta che poi è quella di tanti fratelli e sorelle palestinesi che ogni giorno s’impegnano per la fine dell’occupazione sionista che con crudeltà inaudita cerca di piegare le vostre speranze di libertà e la vostra ferrea volontà.
Io, in questo piccolo paese della Calabria, ho fondato InvictaPalestina, Palestina indomita, Palestina mai vinta e in questi giorni di lotta sono molte le persone che vogliono sapere, informarsi, conoscere la bellissima terra di Palestina. Hanno bisogno di me per continuare ad informare con manifestazione, video, racconti, hanno bisogno di te come valoroso testimone della violenza israeliana che hai incontrato a soli sedici anni.
Il sionismo ha la necessità di spegnere la speranza, spegnere le vite, per poter affermare il suo dominio con espulsioni, pulizia etnica e apartheid, per contrastare questo progetto ti faccio una proposta.
Caro Sami, ti propongo di scegliere la vita al martirio, scegliendo di comune accordo di sospendere il nostro sciopero per camminare insieme nella lotta di liberazione del popolo palestinese, t’invito a sospendere insieme, io in Italia tu nelle carceri israeliane, lo sciopero in corso e sostituirlo con la lotta collettiva, quotidiana, che un giorno, insieme a tutti le persone che resistono e solidarizzano col tuo popolo, porterà sicuramente alla liberazione della tua terra.
Come fratelli aspetteremo insieme la tua liberazione, divideremo poi lo stesso boccone, la stessa casa. Condivideremo la tua casa in Palestina ricostruita con i colori della primavera e gli ulivi della Calabria, la mia in Calabria con i colori e la bandiera della tua terra.
Quello che ti chiedo non è la rinuncia alla lotta, è un appello alla vita per poter lottare con più energia, abbracceremo insieme le nostre mamme, le nostre sorelle e i nostri fratelli, insieme, io in Italia e tu in Palestina.
Una volta liberato dalle catene israeliane, faremo di tutto per farti venire in Italia per raccontare la tua storia di resistenza, ti accoglieremo con le canzoni dei nostri partigiani che ci liberarono dal nazifascismo, io ti seguirò, poi, in Palestina e tu mi guiderai nei villaggi simbolo delle rivolte, della resistenza, dell’arte, della musica della tua adorata Palestina.
Concludo con le parole Mahmud Darwsh:
Se gridi con tutte le tue forze e l’eco ti risponde:
“Chi c’è”
Dì alla tua identità: Grazie!
In attesa di una tua risposta, un grande abbraccio Rosario - Invictapalestina
Martedì 19 febbraio
Secondo giorno di sciopero della fame sulle gradinate della chiesa San Nicola di Bari a Pentone (CZ) Sveglia alle ore 6,30 con la visita della guardia medica che ha confermato lo stato di buona salute. Visite di Michele, Enzo Marino e Lauretta detta da biccherara, madre di 13 figli 3 dei quali emigrati negli Stati Uniti, ha portato latte e tè col silenzio della mamma consapevole della sofferenza altrui, mentre altri nel chiacchiericcio vuoto quotidiano, con la discarica di Alli a pochi chilometri strapiena di rifiuti, un progetto di centrale biomasse nel vicino parco della Sila, con i giovani senza nessuna prospettiva di lavoro, polemizzano sulla opportunità dell'iniziativa. Molti in paese sono preoccupati per il freddo soprattutto notturno, ma come si può sentire freddo se fra una incursione israeliana e l'altra si sogna la Palestina libera?
Grazie per i messaggi di solidarietà di Miriam da Viterbo, Pina da Padova, Enrico, Giorgio e Consolata da Torino, Criss da Lisbona, Enrico da Roma, Silvia da Padova, Francesco da Milano, Patrizia da Gaza, Pati e Pamela da Lecce, Apicella da Londra, sicuramente ho dimenticato qualcuno!
Per informazioni, risposte, materiale da diffondere: info@invictapalestina.org