I soldati di T'sahl
professionisti della brutalità antipalestinese
UN NUOVO STUDIO ISRAELIANO COMFERMA LE NOSTRE PEGGIORI
PAURE:
La ricerca accademica della
Psicologa Nofer Ishai-Karen e dello psicologo Prof. Joel
Elitzur.
Quella che segue è una
traduzione abbreviata dell'articolo di Dalia Karpel intitolato Hamedovevet
(colui che fa parlare le persone). L'articolo è apparso sul supplemento
settimanale Hebrew Weekend, edizione in ebraico del quotidiano israeliano
Haaretz, il 21 Settembre 2007.
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"Noi - soldati israeliani,
venivamo mandate lì per punire i Palestinesi", dice Ilan Vilenda, un soldato
israeliano che ha effettuato il servizio militare a Rafah durante la prima
Intifada.
Ilan è l'unico soldato su 21 che
ha accettato di far pubblicare il proprio nome, dopo essere stato intervistato
dalla psicologa Nofer Ishai-Karen.
I soldati
hanno parlato liberamente con Nofer, che ha svolto servizio militare con loro
nello stesso battaglione Ashbal 20 anni fa; hanno rivelato le loro emozioni più
intime sugli orrendi crimini cui hanno preso parte: assassinare, spezzare le
ossa di bambini palestinesi, azioni umilianti, distruzione di proprietà, rapine
e furti.
Il soldato "A"
testimonia:
"avevamo deciso di trasformare
una vecchia doccia nella nostra base in una
arrangiata cella di detenzione. Un palestinese venne portato lì,
ammanettato e con la bocca tappata in modo che non potesse parlare, o muoversi.
Ce lo dimenticammo lì per 3 giorni..."
Il soldato "B" testimonia:
"ero al mio primo giro di pattuglia. Gli altri sparavano come pazzi.
Ho
cominciato a sparare come facevano loro.
Mi "accesero". Ho preso la mia arma e sparato.
Non c'era nessuno lì a dirmi il contrario".
La psicologa Ishai-Karen è rimasta scioccata a sentire che i soldati
avevano tratto piacere dall' "intossicazione di potere", e dall'uso della
violenza. Ha detto: "la maggior parte degli intervistati hanno goduto delle
violenze da loro stessi istigate nel servizio durante
l'Occupazione".
Il soldato
"C" testimonia:
"la verità è che io amo
questo casino - mi piace. È come essere sotto effetto di una droga. Se non fossi entrato a Rafah, per sedare qualche
ribellione - almeno una volta alla settimana - sarei diventato una
furia.
Il soldato "D"
testimonia:
"la cosa grandiosa è che non
devi seguire nessuna legge o regola. Senti che TU SEI LA LEGGE; tu decidi. Una volta che vai nei Territori Occupati TU SEI
DIO".
MUTISMO EMOTIVO
Il soldato "E" testimonia:
"guidavamo un Veicolo di trasporto truppe attraverso Rafah.
Un uomo di 25 anni camminava vicino. Non ci lanciò pietre o altro. Senza nessuna
ragione, "X" gli sparò allo stomaco. Lo lasciammo che giaceva a bordo
strada.
Il soldato "F"
testimonia:
"alcuni 'duri' avevano creato
'un'ideologia', secondo cui noi dobbiamo reagire brutalmente anche a eventi minori. Una donna mi aveva tirato un sandalo.
La schiacciai col piede sul pube. Le ruppi
l'osso. Non potrà mai più avere figli.
La
prossima volta non mi tirerà un sandalo addosso.e quando un'altra donna mi
sputò, le tirai il calcio del fucile in faccia. Adesso non può più
sputare.
Il soldato
"G" ha descritto il suo primo ingresso di forza in un'abitazione
per arrestare un palestinese:
"era davvero grosso, sui 30 anni. Rifiutò l'arresto. Lo
picchiammo ma non riuscivamo a buttarlo a
terra. Qualcuno arrivò e ci tirò delle pietre.
Lo picchiamo e gli dicemmo di sdraiarsi. Finchè alla fine lo fece. Lo
portammo alla base. Nel frattempo aveva perso conoscenza. È morto alcuni giorni
dopo".
Nofer Ishai-Karen: "alcuni
ufficiali NCO (Noncommissioned Officers) incoraggiavano i soldati a comportarsi
brutalmente, e davano loro l'esemipio.
Il soldato "H"
testimonia:
"dopo due mesi che ero a Rafah,
arrivò un nuovo comandante NCO. La prima pattuglia, che lui comandava, era a ore 6. Rafah era sotto coprifuoco.
Non c'era un anima per strada. Poi vide un bambino, circa 4 anni, che giocava
con la sabbia nel cortile di casa. Il bambino
stava costruendo un castello di sabbia. All'improvviso l'ufficiale, un ragazzo
dei Corpi Ingegneri, corse per acciuffare il bambino. Noi gli andammo dietro.
Prese il bambino e gli ruppe il gomito. Ruppe il gomito del bambino! Che io sia
dannato se non sto dicendo la verità. Poi l'ufficiale camminò sullo stomaco del
bambino 3 volte, prima di andare via. Non potevamo credere ai nostri occhi...ma
il giorno dopo andammo di pattuglia con quel tipo, e i soldati cominciarono ad
imitarlo..."
Cosa successe
allora?
"Alcuni ragazzi non potevano
sopportarlo. Il caso di abuso grave di tre adolescenti, che avevano la testa incappucciata e i piedi legati da parte
di un sergente, li spinse ad avvisare
l'ufficiale superiore. Quando arrivò il medico i ragazzi sanguinavano da tutte le parti, i vestiti erano intrisi di
sangue, e tremavano dal terrore. Li avevano
fatti inginocchiare come cani e avevano paura a muoversi. L'ufficiale venne
punito con 3 mesi di detenzione.
Ma il
comandante di plotone difese l'ufficiale, e richiamò i soldati coscienziosi per
"diffamazione del battaglione".
Nofer
Ishai-Karen: il valore sacro nell'esercito (Israeliano) è la 'solidarietà tra
combattenti', cioè lealtà verso i camerata
combattenti. Il battaglione proteggeva i suoi segreti, come una famiglia difende
le sue 'pecore nere'. I compagni considerarono 'traditori' i soldati
coscienziosi, dice Nofer Ishai-Karen. La copertura fu completa quando i 'bravi
ragazzi' vennero scomunicati e ostracizzati dall'intero battaglione. E
l'ufficiale?
Ha lasciato il paese, adesso
vive negli Stati Uniti d'America. La maggioranza dei soldati di questi
battaglioni ha lasciato Israele. Solo 5 o 6 sono rimasti in Israele.
Nofer ha
studiato due battaglioni Eshbal e Eshkhar, e il secondo è risultato essere
estremamente più violento, dice.
Alla fine
torniamo a Ilan Vilenda, l'unico soldato che ha autorizzato Nofer a usare i suo
nome per intero e anche a fotografarlo. Vilenda era un sergente incaricato delle
'operazioni'.
La testimonianza di
ILAN VILENDA:
"il nostro lavoro era
picchiarli...personalmente ho picchiato un ragazzo, e un altro. Usavo le mani o il manganello. Picchiavamo più
duramente gli adulti. Ci comportavamo come
poliziotti ma agivamo fuori dalla legge. C'era questo palestinese che aveva la
televisione a casa. C'era il campionato del mondo di calcio, e noi invadevamo
casa sua per guardare le partite. Dopo un po' non ne potè più, e ci disse di
prendere il suo televisore e andarcene.
Io
sono nato in un kibbutz, da una famiglia i cui valori erano umani, da
"sionisti di sinistra".
I palestinesi ci tiravano le pietre. Visto che all'inizio il
mio impegno ideologico limitava le mie azioni,
ho accumulato rabbia, e l'ho rilasciata violentemente. Doveva andare così.
Eravamo lì 'per fargliela (ai palestinesi) pagare. Le mie opinioni politiche
sono cambiate. Adesso sostengo il Partito Nazional-Religioso di estrema
destra".
Dopo il suo congedo dall'esercito,
Vilenda è stato arrestato a Goa, India, per possesso di LSD. "Io volevo servire il mio paese. Questo era il mio
dovere...ma l'intero IDF (Israeli Defence
Force, Esercito di Difesa Israeliano, ndr) sta eseguendo ordini
illegali.
Chi è
responsabile?
Il Generale Matan Vilna'i (che
adesso è impiegato nello staff di Ehud Barak come vice Ministro della Difesa)
era a quel tempo (durante le Prima Intifada) Capo del Comando Sud dell'IDF. Ha
visitato spesso il nostro battaglione e discusso coi soldati, dice Nofer,
ma...vedi...lo 'Strumento del NEGARE e
OCCULTARE' era in azione...
A parte:
l'Esercito Israeliano non provvedeva a training regolari per l'unità, nè ai
soldati erano dati permessi regolari, o tempo libero per recuperare e
riprendersi. I soldati intervistati hanno sostenuto che più a lungo agivano
(contro i Palestinesi a Rafah) senza vacanze, più violenti diventavano
nell'imporre la loro modalità di "Legge e Ordine". Hanno lamentato che "i
comandanti dell'Esercito erano consapevoli della deriva verso la violenza, e
l'hanno incoraggiata allo scopo di risparmiare forza
lavoro".
NOTE:
il Generale Matan
Vilna'i deve aver saputo cosa stava succedendo. Gli ufficiali di alto grado che
hanno svolto servizio nella Cisgiordania occupata hanno espresso simili
avvertimenti contro il comportamento dell'Esercito Israeliano. "Gli ordini
lasciavano un ampio spazio, un margine...di intenzionale non specificata 'zona
grigia', che incoraggiava il comportamento violento dei soldati" ha detto il
Colonnello Riservista Elisha Shapira, che ha svolto servizio nella zona di
Nablus nello stesso periodo. Ai soldati veniva detto "non colpita i palestinesi
– ma portateli all'interrogatorio 'con la testa gonfia' -
scoppiati'.
Gli eventi, che Nofer
Ishai-Karen ha esplorato, sono avvenuti 17 anni fa. La situazione si è ulteriormente deteriorata da allora. Adesso l'Esercito
Israeliano e l'Aviazione Generale dichiarano apertamente il loro orgoglio per le
azioni di vendetta contro i civili palestinesi.
Il Gen. Magg. Eliezer Shkeidi è stato orgoglioso di annunciare che i suoi piloti rompono il muro del suono
sopra Gaza, creando bombe acustiche.
Questo
causa gravi sintomi di Disordine da Stress Post Traumatico tra i bambini; hanno
anche causato aborti tra le donne incinte. La distruzione indiscriminata della
abitazioni palestinesi ha causato molte morti, recentemente, inclusi alcuni
bambini.
Forse da ultimo: il Gabinetto del
Governo Israeliano, supportato da Washington, ha detto che toglierà elettricità
e gasolio alla Striscia di Gaza.
[1]
questa è una traduzione abbreviate di un articolo di Dalia Karpel
intitolato
HAMEDOVEVET [=colui chef a
parlare la gente]. L'articolo è apparso sul Hebrew Weekend Supplement, il 21
Settembre 2007. E' basato su una ricerca accademica, che Nofer Ishai-Karen e il
Prof. Joel Elizur, Psicologo, della Hebrew
University, hanno pubblicato su ALPAYIM Magazine Vol. 31.
[2] l'articolo non è stato tradotto in Inglese, e quindi NON
è apparso sulla versione inglese di Haaretz.
[3] lo Psicologo Prof. Joel Elizur, della Hebrew University, che ha
guidato Nofer Ishai-Karen nella sua tesi di Master, ha prestato servizio come
riservista al Dipartimento di Salute Mentale
dell'Esercito Israeliano. Ma l'Esercito non gli ha permesso di svolgere ricerche sulla violenza tra i soldati israeliani. I
ricercatori posseggono il materiale originale
audio dell'intervista.
[4] per quanto
sono a conoscenza, l'Esercito Israeliano non ha né accusato di singoli casi di
abuso né di omicidio verso palestinesi alcun soldato di fronte a una corte
appropriata.
Traduzione di C. Graziani
da testo in lingua inglese