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BREVE STORIA DEL BATTELLO "IRENE"
HANNO FERMATO IL BATTELLO “IRENE”
«Dieci navi da guerra israeliane hanno costretto il battello a fare rotta verso Ashdod (porto israeliano)», lo ha annunciato all’AFP uno degli organizzatori che si trova a terra a Gaza, Amjad al-Shawa.
«Si sono arresi perché erano accerchiati, non avevano scelta», ha aggiunto. «La marina ha preso il controllo del veliero per portarlo al porto di Ashdod». Un portavoce militare israeliano ha precisato che l’arrembaggio non ha dato luogo a violenze, né da una parte né dall’altra.
La portavoce della spedizione pacifista contro il blocco di Gaza, Miri Weingarten, tuttavia non ha potuto confermare la versione delle forze armate israeliane. “Non abbiamo più avuto notizie da coloro che sono a bordo dell’Irene – ha detto Weingarten a Nena News – i telefoni cellulari e satellitari sono stati sequestrati e spenti. Sappiamo solo che i soldati hanno ammanettato tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggi. Non abbiamo altre informazioni”.
«Ci hanno detto che ci avvicinavamo a una zona sottoposta a blocco marittimo e ci hanno chiesto di cambiare rotta», aveva prima spiegato un passeggero del battello, Yonatan Shapira, la “guida” del gruppo pacifista ebraico, un ex pilota di elicotteri dell’aviazione israeliana nonché uno dei refusenik più noti, in una telefonata col telefono satellitare.
Il battello “Irene”, un piccolo veliero battente bandiera britannica, con a bordo sette militanti ebrei pro-palestinesi e due giornalisti, aveva preso il largo domenica da Famagusta, nel nord di Cipro.
(martedì 28 settembre 2010, con le agenzie di stampa)
fonte francese: http://www.aloufok.net/spip.php?article2524
fonte italiana: http://www.nena-news.com
UNA NAVE EBRAICA E’ PARTITA DA CIPRO VERSO GAZA
La nave, battezzata Irene, è un veliero che batte bandiera britannica. Il tragitto verso Gaza dovrebbe, in teoria, durare circa 36 ore. «Noi abbiamo una strategia non violenta e di non scontro, se l’esercito israeliano ferma la nave, noi non collaboreremo a portarlo al porto (di Ashdod)», ha dichiarato Yonatan Shapira, un ex soldato israeliano, membro dell’equipaggio.
Una nave carica di aiuti destinati alla popolazione di Gaza e noleggiata da gruppi ebraici a livello internazionale ha preso il largo oggi alle 13.32 ora locale.
La nave, Irene, che viaggia con bandiera britannica, ha imbarcato dieci passeggeri e l’equipaggio. Sono ebrei degli Stati Uniti, del Regno Unito, dalla Germania e da Israele. A bordo vi sono anche due giornalisti britannici.
In questo momento di crisi dei colloqui di pace, degli ebrei, degli israeliani, lanciano un appello affinché sia tolto l’assedio a Gaza e per la fine dell’occupazione.
Il carico della nave è composto da aiuti simbolici in giocattoli per i bambini e strumenti musicali, quaderni, reti per la pesca per i pescatori di Gaza e protesi per interventi chirurgici negli ospedali di Gaza.
L’organizzazione ospite a Gaza è il Programma di salute mentale, diretta dal Dr. Eyad Sarraj, medico psichiatra.
La nave tenterà di raggiungere la costa di Gaza e scaricare gli aiuti con un’azione simbolica non violenta di solidarietà e di protesta. Sarà fatto un appello per la fine dell’assedio di Gaza e perché sia possibile la circolazione di persone e merci da e verso Gaza.
La nave issa diverse bandiere della pace che portano il nome di dozzine di ebrei che hanno espresso il loro appoggio a questa azione, simbolo del largo sostegno a questa nave da parte degli ebrei di tutto il mondo.
Da Londra, Richard Kuper del gruppo Ebrei per la giustizia per i palestinesi, membro del gruppo organizzatore, ha dichiarato, oggi, che la nave ebraica per Gaza è un atto di protesta simbolica contro l’occupazione israeliana dei territori palestinesi e contro l’assedio di Gaza ed è anche un messaggio di solidarietà con i palestinesi e gli israeliani desiderosi di pace e giustizia.
«Il governo israeliano non ha il sostegno di tutti gli ebrei» ha detto Richard Kuper. « Noi ci appelliamo ai governi e ai popoli del mondo perché si esprimano e agiscano contro l’occupazione e contro l’assedio».
Riguardo il rischio di intercettazione da parte della marina israeliana, Richard Kuper ha precisato: «questa è un’azione non violenta. Noi vogliamo raggiungere Gaza, ma i nostri militanti non si impegneranno in alcuno scontro fisico. Non offriremo alcuna ragione né scusa agli israeliani per ricorrere alla forza o per attaccarli.
Reuven Moshkovitz, passeggero di 82 anni, ha detto di aver dedicato la propria vita dei nemici degli amici. «Siamo due popoli ma abbiamo lo stesso futuro» Ha aggiunto. «Per me è un dovere sacro in quanto sopravvissuto (alla Shoah) di protestare contro la persecuzione, l’oppressione e la reclusione di tanta gente, tra cui oltre 800.000 bambini a Gaza».
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Numero di telefono satellitare per raggiungere i passeggeri a bordo è: 008821668610337
Contatto stampa a Londra: Yosh 00 8821668610337
Contatto JNews in Israele: Miri 00 972 549270796
Gruppi di sostegno: Organizzazioni ebraiche e singoli in Olanda, Germania, Stati Uniti, Svizzera, Danimarca, Svezia, Belgio, Francia, Austria, Australia e Israele.
Organizzatori e sponsor: Ebrei Europei per una Pace Giusta (EJJP), Jews for Justice for Palestinians (Regno Unito), Jüdische Stimme Für einen Gerechten Frieden in Nahost (Germania), American Jews for a Just Peace (USA), Jewish voice for Peace (USA), Jews Against the Occupation (Sydney, Australia)
(Traduzione dal francese Cinzia Nachira)
(domenica 26 settembre 2010)
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