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Visti per Voi » Cosmopolis  
COSMOPOLIS
di Enrico Gatti


Regia: David Cronenberg
Canada, Francia, 2012
Voto: 7 ½


Non per tutti, solo per un certo tipo di pubblico, solo per spettatori attenti, complicato; sono le principali conclusioni a cui arrivano più o meno tutte le persone che hanno scritto del loro apprezzamento commentando le diverse recensioni di Cosmopolis. Indubbiamente hanno ragione. Il fatto che l’ultimo film di Cronenberg sia di difficile visione è innegabile. Ma parlando sinceramente, guardandoci serenamente nelle palle degli occhi, non è che ogni tanto ci piace fare un pochinino gli aristocratici e sopravvalutare delle opere solo per la loro vena fintamente intellettualoide? Non è che ci sentiamo un po’ più ‘alti’ se siamo i soli a rimanere in sala fino alla fine?
Capisco, davvero, la voglia di vedere film impegnati(vi), soprattutto in un periodo come questo in cui ricompaiono nei cinema persino i vecchi cartoni della Disney e fanno lo sconto 3x2 sui film dei supereroi (è un battuta, per adesso almeno). Ma la foga di voler scovare prodotti autoriali di nicchia rischia di annebbiare il senso critico. Non che muoia nessuno s’intenda, i gusti sono poi tutti legittimi, però in questo caso non griderei proprio al capolavoro.
Nonostante Cronenberg rimanga un grande regista, uno dei più grandi forse, Cosmopolis sembra più l’occasione di Pattinson per dimostrare di non essere quello che in fondo non è mai stato (un’icona preconfezionata e posticcia per teenager) che per Cronenberg di far vedere quanto effettivamente vale. Dopo il tiepido A Dangerous Method, il regista continua ad affidarsi interamente alle parole, in discontinuità coi sui vecchi film in cui l’importante passava quasi sempre attraverso il silenzio. Le parole, onnipresenti nell’immobilità generale, hanno qui pochissimo peso specifico. Tanti, lunghi, pedanti, cattedratici, verbosissimi dialoghi, sicuramente molto potenti nel creare l’effetto di alienazione che vive attraverso il protagonista, ma assolutamente incapaci di dire alcun ché. Quello che viene detto appare nel complesso un tantino banale e per niente destabilizzante o in qualche modo incisivo. Nessuno penso possa dirsi arricchito, filosoficamente parlando, alla fine del film. Quello che porta fuori strada nel giudizio è a mio avviso la forma, pomposa, e fintamente complessa. L’apparenza è quella della grande filosofia, ma ad essere onesti ce la stiamo un po’ raccontando. Qui bisognerebbe capire meglio le mire dell’autore. Se l’intenzione era quella di essere solo incasinato per far percepire che in fondo viviamo in un mondo formalmente razionalizzato ma dove sfugge sempre qualcosa, frutto del caos, e dove anche chi è ai vertici non ci capisce più un’acca di come si governa questa cosa senza corpo né anima che oramai è solo movimento, allora l’intento è pienamente riuscito. Se lo scopo era quello di sviscerare anche solo un argomento in modo da poter trarre qualche conclusione, frutto di una elaborazione logica, allora qui cari miei abbiamo solo voglia di sentirci ‘un certo tipo di pubblico’.
Nulla toglie comunque che Cosmopolis possa essere considerato un buon film, originale e coraggioso, forse un punto di svolta decisivo per il nuovo Cronenberg. I temi sicuramente ci sono, anche se si fermano al piano emozionale, diciamo pure inconscio. Visivamente tutto sommato è riuscito, nella cura e nel procedere sempre a metà fra l’apocalittico e il visionario. Gli attori fanno il loro dovere. Pattinson, ottima scommessa.
Cosmopolis è un film che ci tocca dentro, come il dito del dottore in un’ispezione rettale, e lì rimane fastidiosamente, pronto a riemergere quando fra paure e disgusto ci fermeremo a pensare al mondo che abbiamo creato.

 

per commentare le recensioni scrivi a: gattienrico87@alice.it

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