DARK SHADOWS
di Enrico Gatti
Regia: Tim Burton
USA, 2011
Voto 9
Dalle ceneri di una sitcom degli anni ’60 risorge il vampiro Barnabas Collins, suonato agliofobico figuro alle prese con gli alienati anni ’70, epoca di hippy e orribili donne di nome Alice Cooper. Dark Shadows è un concentrato intelligentemente demenziale di ironia burtoniana espressa a livelli raramente così alti, anche rispetto alle pellicole ‘classiche’. La trama del film è assolutamente da repertorio, come imporrebbe ogni fiaba che si rispetti, ma numerose sono le occasioni di digressione, vuoi per vicende amorose vuoi per deliri comici, assolutamente spassosissime. Il carattere fiabesco tipico dell’etichetta ‘Made in Burton’ rimane come appiglio per continuare a dipingere pellicole barocche forti dell’inconfondibile estetica a cui il regista californiano ha abituato il suo pubblico, tuttavia Dark Shadows non è considerabile un film per bambini. La love story non propriamente monogama, le streghe provocanti, le psichiatre tossicodipendenti e alcolizzate, le teenager ribelli, non sono di molto appeal per la giovine età dell’innocenza. In più per gli amanti del genere, come sempre, tanta bella musica scelta per l’occasione dal maestro Danny Elfman e riproposta magistralmente dal mitico Alice Cooper. Cooper che pare nel film non essere solo una comparsa, ma piuttosto una summa di tutto quello che lo stesso film vuole essere: un omaggio ad una sensibilità quasi magica capace, grazie all’immaginazione, di alimentare la vitalità del mondo animandola di elementi cupi e grotteschi, mai paurosi, ma essenzialmente più buoni e solari della realtà da cui spesso sentiamo la necessità di fuggire. Alice Cooper gioca, come sempre ha fatto, con la sua immagine di giocoliere delle ombre senza mai prendersi sul serio sapendo che la bellezza delle cose che fa è quella di essere puro spettacolo. Ricetta che speriamo porti fortuna anche a questo regista a cui auguriamo una carriera altrettanto lunga se non altro perché, egoisticamente, a certe cose non si vorrebbe mai rinunciare. Grazie Tim.
I brani di Alice Cooper sono estratti dall’album Love it to death del 1971.
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