Good
Night and Good Luck – voto 6+
Seconda prova alla regia per il sex simbol George Clooney, che
oltre a vestire i panni del direttore d’orchestra, si sdoppia e
impugna anche uno strumento. Un buon film che ha ottenuto ottimi
riconoscimenti di critica al festival di Venezia 2005, uscendone come
il vincitore morale. Siamo negli Stati Uniti all’inizio degli anni
’50. La storia narra la vicenda che vide protagonista il
giornalista televisivo della CBS Edward Murrow. Murrow, unito ad una
agguerrita squadra di colleghi, ingaggiò una lotta senza
esclusione di colpi con il senatore Joseph McCarthy, salito agli
onori della storia americana per aver intrapreso un vera e propria
caccia alle streghe comuniste all’interno del sistema socio
politico statunitense. Questa che divenne una vera e propria attività
di repressione, nota anche con la definizione di McCartismo, verteva
nel colpire esponenti di qualsiasi branca del sistema a stelle e
strisce che venisse colto o sospettato di godere simpatie o avere
collegamenti anche remoti con esponenti filo comunisti. Edward
Murrow fu il leader di una coraggiosa redazione che denunciò
in nome della libertà di stampa ed opinione questa sorta di
crociata. La guerra fu durissima e non risparmiò vite umane.
Chi si trovava bersaglio di questi attacchi, veniva estromesso dalla
vita sociale fino all’estremo dell’arresto. Non furono isolati
gli episodi che videro alcuni di questi uomini, giungere al limite di
togliersi la vita per non sopportare l’onta di una simile vergogna.
Tragedia che non risparmiò nemmeno le file dei combattenti
della CBS, ma alla fine anche se a prezzo di una forte limitazione
del loro spazio televisivo, ottennero che il senatore McCarhy fosse
oggetto d’indagine da parte di una apposita commissione d’inchiesta
formatasi per l’occasione, a seguito dell’ondata di sdegno e
protesta che soprattutto tra le fonti giornalistiche, Murrow ed i
suoi sollevarono.
Un lavoro intenso anche se pesante da seguire, con una
fittissima sequenza di dialoghi con nomi e riferimenti storici
precisi. Attori bravi e sceneggiatura di grande spessore, con
dettagliate inquadrature dei primi piani per esaltare la drammaticità
degli stati d’animo in gioco tra questi uomini. Un raffinato bianco
e nero poi, regala un tocco d’antichità all’atmosfera,
agevolando il calarsi nell’epoca degli eventi narrati. Bravo sia al
Clooney attore ma soprattutto al regista. Bravissimo a David
Strathairn, interprete di Edward Murrow. Un film che il regista a
dedicato a suo padre, di professione giornalista, e a tutti coloro
che nell’esercitare questo ruolo, da sempre a metà tra
l’arte ed il mestiere, si sono trovati o si troveranno, a
difendere la libertà d’opinione in qualsiasi angolo del
pianeta. Come ultima annotazione, suggerisco a chiunque decida di
assistere alla visione di questa pellicola, di evitare la proiezione
di seconda serata, soprattutto se non perfettamente svegli. Il
campione di spettatori presente con Monique e me, non sarà
certamente in possesso dei requisiti per comporre una giuria da
festival cinematografico, ma nel corso della proiezione ha in
percentuale ragguardevole abbracciato a più riprese Morfeo.