Gli ideali ed il loro prezzo
Il vento che accarezza l’erba – voto
: 7,5
Un titolo delicato,
quasi romantico, che evoca immagini impalpabili, riposanti, di pace.
Un film duro e
spietato. Un racconto di guerra e di dolore.
L’ultimo lavoro di
Ken Loach, regista inglese nato a Nuneaton, nel Warwickshire, il 17 giugno del
1936, è una nuova e luminosa stella che rimarrà per sempre a brillare nella sua
filmografia. Un film che gli è valso la Palma d’Oro 2006 al festival di Cannes,
massimo riconoscimento del cinema europeo.
Una carriera
costellata di opere tese a raccontare la durezza della vita con cui si misurano
i suoi protagonisti. Ne sono esempio film come “The Carla’s song”(1996), storia
d’amore tra un giovane inglese e una ragazza del Nicaragua, che condivideranno
gli orrori della guerra nel paese centroamericano, “My name is Joe”(1998), dove
un uomo disoccupato, con la piaga dell’alcol, vede la vita riaccendersi
all’improvviso dall’amore per una donna della borghesia britannica; oppure
ancora “11/9/01” dove dirige uno degli
undici episodi di questo celebre omaggio alle vittime dell’11 settembre e la
conflittuale storia adolescenziale narrata in “ Sweet sixteen”, entrambi del
2002.
Pellicole che hanno
nel tempo reso il regista spesso criticato in patria, per il duro realismo con
cui ha posto l’accento sugli angoli più oscuri della società anglosassone,
portando alla luce le figure poste ai suoi margini. Un talento che fuori dai
confini, libero dalle strumentali barriere nazionali, gli ha consentito di raccogliere
premi e gratificazioni nonché la fama di maestro del cinema internazionale.
Ne “Il vento che
accarezza l’erba”, Loach riporta alla luce un conflitto sepolto e sconosciuto
ai più. Racconta la fase più cruenta e decisiva della guerra d’indipendenza
irlandese.
E’il 1920 e in
tutta l’Irlanda l’esercito inglese applica una feroce repressione sulla
popolazione, in seguito alle prime sommosse di due anni prima, ma soprattutto
alla proclamazione d’indipendenza irlandese da parte dei deputati nazionalisti
dello Sinn Fèin. Questi, ribellatisi al parlamento anglicano di Westminster e
riuniti nella Assemblea d’Irlanda nel gennaio del 1919, segnarono il via per
“l’IRA, Esercito della Repubblica Irlandese, all’estensione delle azioni
militari in ogni angolo del paese.
Si moltiplicano gli
episodi dove contadini, operai, donne e ragazzi, sono vittime di azioni
violente e di morte, anche se solo sospettati di far parte o sostenere l’IRA. Tanti
giovani si arruolano per liberare la verde Irlanda dagli odiati tiranni inglesi
e tra questi Damien ( Cillian Murphy ), che in procinto di partire per Londra
per diventare medico, torna sui suoi passi davanti all’ennesimo atto di
repressione gratuita di cui è testimone.
Si unisce al
fratello Dan( Liam Cunningham), già esponente di rilievo dell’esercito di
liberazione, improvvisandosi soldato. Le scene di guerra, di scontro, di morte,
hanno come sfondo le immagini di una terra bellissima, dai colori luminosi
anche orfana dai raggi del sole. Il vento agita e accarezza l’erba in ogni
sequenza. Un vento come elemento naturale di questo paese, parte integrante del
suo dna, radicato quanto il desiderio di libertà e giustizia di un popolo
stanco di veder morire i propri ragazzi, da sempre in lotta per rivendicare il
diritto ad essere unico artefice del proprio futuro.
Il soffio della
libertà spirerà sempre con più vigore, ma alto sarà il prezzo da pagare per
chiunque. La guerra è una belva dai lunghi artigli e nessuno di chi le passa
accanto è in grado di uscirne del tutto indenne. Nemmeno il sacro valore degli
ideali di liberta può scongiurare le atrocità. I sentimenti di odio, di
vendetta, verso un nemico tanto feroce, portano questi giovani a trasfigurarsi,
a varcare il confine che separa l’uomo dalle belve. Un limite dal quale non si
torna indietro facilmente, come se il superarlo marchiasse indelebilmente a
fuoco la loro anima.
Damien e Dan che
hanno condiviso obbiettivi e sogni, sfiorando la morte in più di un’occasione,
si troveranno sulle rive opposte del medesimo fiume, proprio quando la tanto agognata
pace sembrava vicina.
Perché come cita
una sequenza “ E’ facile sapere contro cosa si combatte. Più difficile sapere
in cosa davvero credere”, a indicare la sottile linea che divide la coerenza
con gli ideali, dall’umano bisogno di pace.
Un’intera
generazione che Loach ci racconta privata della gioia di essere giovani. La
genetica voglia di vivere, di amare, di giocare, strappata da un destino a cui
non ci si può sottrarre. Un film di dura condanna alla guerra, alla sua azione
distruttiva sui corpi e sulle menti. Un masso lanciato contro una violenza che
diviene pane quotidiano e finisce per riempire ogni spazio.
Un lavoro che
colpisce duramente la tradizione inglese e la sua storia moderna, attraverso le
nefandezze della sua politica di dominio e la recrudescenza che ha scaturito.
Fusa con la trama e
aldilà di essa, la storia ci insegna che l’11 luglio 1921 venne firmata una
tregua e la guerra tra l’esercito di liberazione e le truppe britanniche, terminò
con la firma del “Trattato Anglo Irlandese” ratificato nel mese di gennaio
dell’anno successivo. Dopo due anni di scontri feroci, di esecuzioni sommarie,
di vendette , di scioperi della fame, di sommosse represse nel sangue, per un
bilancio sui due fronti di circa 1400 caduti, il popolo d’Irlanda, di religione
cattolica, ottiene il riconoscimento dell’ autonomia. Le province dell’Irlanda
del Nord(l’Ulster), in maggioranza protestanti, rimangono sotto il diretto
dominio britannico.
Sarà solo una tappa
di un percorso ancora lungo e carico di sofferenza. Un’ala dell’IRA,
minoritaria, non accetta la sottoscrizione del trattato che non libera
l’Irlanda da un ruolo di sudditanza alla monarchia inglese. La divergenza è
insanabile, gli animi accesi e l’umana disperazione per le sofferenze patite
non consentono un pacifico confronto: divampa la guerra civile. Gli scontri tra
le fazioni dell’esercito di liberazione, che provocheranno più vittime della
lotta per l’indipendenza, termineranno nel 1923 con la sconfitta del fronte
anti-trattato. Le ricadute di questa faida segneranno per decenni la società
civile.
Nel 1937 verrà
sancita la nuova Costituzione che porterà alla proclamazione della nuova
Repubblica d’Irlanda e solo nel 1948 verrà reciso l’ultimo vincolo con il
governo della Regina d’Inghilterra, portando l’EIRE all’esterno del
Commonwealth.
Un cast quasi
sconosciuto al grande pubblico e in gran parte di origine irlandese nelle sue
figure di spicco( Murphy e Cunningham). Dettaglio in piena sintonia con la
tradizione di Loach che ama circondarsi di attori nativi nei luoghi
d’ambientazione delle sue storie.
Una Palma d’Oro
assegnata ad un film assolutamente degno di questo fregio. Un premio ad una
prova corale di alto livello, senza acuti interpretativi particolari. Su tutto
e tutti, la classe del maestro Ken.