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LA MADRE
di Enrico Gatti
Regia: Andres Muschetti
Produttore esecutivo: Guillermo del Toro
Spagna , 2013
Voto: 6
Che fine ha fatto Guillermo del Toro?
E’ dal 2008, l’anno di Hellboy II, che il regista messicano non dirige un film. Il cinquantenne di Guadalajara non era partito alla grandissima; i suoi primi film, Mimic, La spina del diavolo e Blade II, secondo capitolo dell’omonima fortunata saga di vampiri, non erano proprio dei capolavori. Eppure nel 2006 aveva stupito tutti con lo splendido Il labirinto del fauno, un horror oltre l’horror, in parte storico, in parte drammatico.
E sebbene, negli ultimi anni, il regista non abbia diretto un solo film (forse il 2013 sarà l’anno del ritorno), il suo nome è rimasto una garanzia. Dal 2007 del Toro ha prodotto ben 12 film, soprattutto fantastici e horror e, in particolare per questi film, il suo nome è stato ampiamente utilizzato nella campagna pubblicitaria. Tuttavia è giusto chiedersi: ‘del Toro produttore’ è davvero una garanzia?
La Madre è un horror-movie piuttosto classico costruito sulla vicenda di due ragazzine pazze, un fantasma che viene dal passato e una giovane coppia di belli pronta ad essere spaventata insieme agli spettatori.
Poco originale nel ‘format’, il film cerca la propria indipendenza lavorando soprattutto sull’estetica e sul ritmo. Rifiutando qualsiasi accelerazione, La Madre cresce lentamente diventando una creatura piuttosto imponente e severa. L’atmosfera, neanche a dirlo, è molto cupa e viene ancor più appesantita da una fotografia freddissima, tutta blu e nera, che ricorda molto quella del cugino The Orphanage (prodotto indovinate da chi?). Le musiche, principalmente rumori bassi e vibranti, danno pathos ad ogni minima scena, ora spaventando, ora anticipando lo spavento, ora ingigantendolo.
La scelta in fin dei conti è interessante, ma non è abbastanza per dare spessore all’insieme. Purtroppo, non solo la trama è scontata, ma tutti gli elementi orrifici sono già visti e decisamente banali, il che va ben oltre l’omaggio o la comune citazione.
Le cose strane compaiono sempre dove devono comparire. I fantasmi sono sempre dove devono essere. L’elettricista si scorda sempre di avvitare le lampadine nei momenti peggiori. E’ sempre notte, in qualsiasi momento della giornata. La casa sempre troppo grande per tenere tutto sotto controllo; qui addirittura viene consegnata appositamente ai due giovani squattrinati che devono occuparsi delle bambine. Persino il finale, sta tutto in una scatola.
L’unica virgola stranamente fuori posto è un dettaglio del finale, non così scontato, eppure così sbagliato nell’aggiungere una tensione melodrammatica che a tutto serve fuorché salvare il film.
La Madre si conferma un film adatto ad una ‘serata popcorn’ priva di pretese e consigliato solamente a chi è disposto, entrando in sala, a stare al gioco senza farsi troppe domande.
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