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Visti per Voi » Lezioni di volo  
Le ali spuntano  se si è spinti a volare

Lezioni di Volo – voto : 7+

Francesca Archibugi si conferma grande narratrice di storie adolescenziali anche nell’ultimo dei suoi lavori. Un denominatore questo, che accomuna diversi film diretti dalla regista romana. Sin dai suoi esordi con “Mignon è partita” del 1988, proseguendo per “Verso Sera”(1990) e passando attraverso “Il grande cocomero” del 1993,  ci consegna dei ragazzi alle prese con le difficoltà della vita. I turbamenti, le paure, i sogni, i dubbi, fenomeni tipici della stagione che dovrebbe traghettare i giovani all’età adulta, hanno per la Archibugi un marchio di fabbrica ben preciso, dove le responsabilità da attribuire al destino vengono spesso superate dalle manifeste incapacità dei genitori. Dietro a temi importanti come lo scontro generazionale all’interno della sinistra italiana sul finire degli anni ‘70  ( Verso Sera), o sul disagio psichico infantile ( Il grande cocomero), viene posto l’accento sui drammi intimi di figli che pagano anche per le insicurezze e l’inadeguatezze dei padri.

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Con “Lezioni di volo” veniamo condotti all’interno della vita di due 18enni romani, distanti per origini e storia ma uniti da una grande amicizia e accomunati dal vuoto assoluto che riempie la loro esistenza. Pollo e Curry, pseudonimi di Apollonio e Marco( Andrea Miglio Risi e Angel Tom Karumathy), vivono le loro giornate in un clima di totale apatia, estraniati da ogni interesse, incapaci di trovare stimoli che generino entusiasmo.

Il primo arriva da una famiglia ebrea benestante, padre intransigente e duro( Flavio Bucci), madre fragile e instabile( Anna Galiena).

Il secondo è di origine indiane, figlio adottivo di un giornalista fedifrago( Roberto Citran ) e di una psicologa sensibile e ansiosa ( Angela Finocchiaro ). Genitori che per eccesso di passione, scarsa sensibilità, marcata apprensività,  troppa severità, scavano un solco più o meno profondo con i propri ragazzi, non riuscendo ad accendere in loro la passione per la vita.

I due ragazzi saranno bocciati alla maturità e decidono contro il parere delle famiglie di partire per l’India, terra natale di Curry.

Quella che era una semplice fuga per spezzare una monotonia asfissiante, si rivelerà l’esperienza chiave della loro esistenza. Dopo varie traversie incontreranno nella terra indiana Chiara ( Giovanna Mezzogiorno), medico di una ONG operante in un distretto sanitario ai confini del mondo. L’impatto con una realtà durissima e la vicinanza della diretta e forte Chiara, li porterà ad un repentino balzo nella vita reale.

Gli stimoli fortissimi originati dal contatto ravvicinato con la vita e la morte, avranno un effetto rigenerante per i due ragazzi. Pollo e Curry ne sono prima sconvolti e impauriti, sprovvisti delle armi necessarie a far fronte a dosi tanto massicce di realtà. In un tempo molto rapido si troveranno a scoprirsi vivi come non mai, e germoglierà in loro per la prima volta la spinta a seguire l’istinto alla ricerca di strade inesplorate. Pollo sarà attratto da Chiara, così bella, forte, ma anche tanto fragile e bisognosa di amore ed attenzioni, in una fase delicata della sua vita sentimentale. Il richiamo dei sensi sarà un’esperienza eccitante e inaspettata, ma ancora più importante diverrà lo scoprirsi in possesso di coraggio e senso di responsabilità.

Curry subirà il richiamo irresistibile alla riscoperta delle proprie origini. Se i primi giorni di viaggio lo vedevano continuamente impegnato a rinnegare l’appartenenza a questa terra, non sarà capace di resistere all’attrazione mossa dal bisogno di sapere da dove si proviene e si imbatterà in un tormentato itinerario attraverso il paese alla ricerca della sua madre naturale.

Esposti per la prima volta alle intemperie dell’esistenza, si scopriranno con sorpresa capaci di farvi fronte. Un tesoro dal valore inestimabile, che non credevano di possedere, autentiche ali spuntate naturalmente appena si è presentata l’opportunità di volare.

Un bel film, toccante, diretto con cura, dove il grande amore della Archibugi per gli adolescenti, traspare ancora una volta con lucente calore. Un nuovo messaggio ad elevare le potenzialità dei giovani, ad incoraggiarne la spinta verso scelte coraggiose e rischiose, le uniche in grado di regalare la via per divenire padroni e non schiavi della vita.

Un ennesimo atto d’accusa verso genitori ciechi e pigri, uomini e donne che per paura o aridità hanno smarrito l’entusiasmo e la gioia di vivere. Coppie troppo occupate ad annaspare nel mare delle loro contraddizioni per accorgersi di trascinare nell’abisso anche i loro figli.

Un plauso alla regista per la scelta dell’ambientazione e del teatro su cui far muovere i suoi personaggi. Il dramma umanitario dell’India eletto a simbolo della condizione spettrale che accomuna centinaia di milioni di esseri sul pianeta, dona valore aggiunto alla trama. Spinge ad una profonda riflessione anche la dura condizione in cui i medici e i volontari operano. Questi angeli nell’inferno spesso lavorano nella solitudine assoluta e il peso di tanta sofferenza a cui devono assistere spesso impotenti, finisce per logorare la loro anima.

Chiara è uno di loro. La sua è la figura centrale della storia e la Mezzogiorno, pur meno mattatrice di altre pellicole, ne incarna l’anima.

A lei il destino assegna il compito di  guida per gli acerbi ospiti. Sempre lei diverrà la destinataria di inaspettati insegnamenti.

L’ennesima dimostrazione, se servisse, di quanto le lezioni di volo per librarsi nel cielo dell’esistenza non conoscano istruttori predefiniti, ma richiedano solo allievi pronti ad imparare.

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