Tornato dai caraibi, Cetto La Qualunque entra in politica per sconfiggere alle elezioni comunali il pericoloso De Santis, onesto e giusto cittadino che rischia di portare legalità nel piccolo paesino calabrese.
Un Antonio Albanese in splendida forma porta sul grande schermo uno dei suoi personaggi migliori che da anni anticipa la mignotto-crazia (per citare Guzzanti padre) dei tempi moderni.
Finalmente una commedia senza amore; senza coppiette caramellate di battute scontate e finali pseudo riflessivi che aggiungono soltanto altra melassa a trame già diabetiche.
La sceneggiatura è forte. Le battute, ormai di repertorio, sempre vincenti. I personaggi secondari credibili. Melo in particolare, interpretato dal bravo Davide Giordano, rappresenta al meglio la forza distruttrice di Cetto e lascia immaginare quello in cui quest’ultimo trasformerà il suo paese.
Altra protagonista importante la Calabria. La terra cettoliana è terribilmente volgare, misogina, omofoba, illegale, ignorante, sporca e anche irresistibilmente kitsch. Le scenografie e i costumi sembrano riesumati dal surreale Tano da morire (di Roberta Torre) ed aggiungono carattere alla pellicola, al riparo dalla banalità made-ikea che contagia, di recente, svariati set.
Quello che purtroppo va detto è che Qualunquemente lascia il sentore di non aver espresso al massimo tutto il suo potenziale. Sa di occasione non colta, di capolavoro latente.
Manfredonia si siede su una regia sciatta e banale, affatto ricercata, che rallenta il ritmo e non riesce a creare quel film che tutti avevamo in mente. Una regia più energica ed una fotografia migliore avrebbero potuto aggiungere quel tocco di internazionalità in più, togliendo per una volta il marchio ‘italiano’ (non per forza negativo, ma un personaggio del genere aveva la forza di volare oltre oceano) da un nostro film.
Nonostante questo, siamo lieti nell’apprendere che il film sarà proiettato al festival del cinema di Berlino e cogliamo l’occasione di fare un in bocca la lupo ai creatori di questa icona.
E per tutti quelli che invece restano in Italia soprattuttamente consigliata la visone di quella che si preannuncia la migliore commedia italiana dell’anno.