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UNA FINANZIARIA DI GUERRA?
Flavio Novara

Il Governo Prodi prevede di destinare al Ministero della Difesa 18.134,5 milioni di euro con un aumento del 2%  rispetto ai 17.782 milioni di euro previsti per il 2006.

Per la “Funzione Difesa” - esercito, aeronautica e marina - la spesa è di 12.437 milioni di euro, +2,7% rispetto ai 12.106 del 2006, ed è così suddiviso: 8.940 (+2%) per il personale, 1.940 per l’esercizio (+5,6%) e 1.557 milioni di euro per l’investimento (+3%).

La principale voce di spesa per le forze armate è quella per il personale, conseguenza della professionalizzazione e della scelta di mantenere le forze armate a 190.000 unità (circa 103.000 soldati e quasi 87.000 tra ufficiali e sottufficiali). 

Ma le sorprese non finiscono qui!

Nel Ddl Finanziaria l’articolo 110 stanzia 100 milioni di euro per le imprese aeronautiche, in particolare per il programma  EFA/Eurofighter  (per il quale sono previsti anche 110 milioni per il 2008 e 100 per il 2009).

Ma è con altri due articoli che si registra il vero salto quantitativo nelle spese per la difesa: l’articolo 113 istituisce un fondo di 1.700 milioni di euro per il 2007 (altri 2.750 sono previsti per il biennio successivo) destinato a interventi a sostegno dell’economia nel settore dell’industria nazionale ad elevato contenuto tecnologico; mentre l’articolo 187 istituisce un fondo di 400 milioni di euro per il 2007 (che diventano 500 per il 2008 e 2009) finalizzato al funzionamento dello strumento militare, più altri 20 milioni per programmi abitativi per le forze armate.


E ricordiamoci che se leggiamo i dati che fornisca la Nato riguardo le spese militari dei paesi membri si scopre che l’Italia ha una spesa per la difesa sono più alta del 20-25% circa rispetto a questo dichiarato dal Ministero della Difesa, con un rapporto di spese per la difesa rispetto al Pil che per l’Italia si attesta per gli anni 2000 mediamente sul 2,0 %, corrispondente appunto alla media dei Paesi Nato.

Altro che “Cenerentola” tra i paesi occidentali!
Complessivamente il Ministero della Difesa passa dai 18.134,5 milioni di euro dichiarati inizialmente ai 20.354,5 milioni di euro (spese per le missioni escluse).

E il ministro Parisi va già oltre – dichiarando che occorre investire per manutenzione e nell’addestramento altri 1.000 milioni di euro, da reperire nel corso dell’anno.

Ma allora che fine ha fatto il passaggio del Programma dell’Unione che recitava “L’Unione si impegna, nell’ambito della cooperazione europea, a sostenere una politica che consenta la riduzione delle spese per armamenti”. Forse l’Unione europea non lo consentirà mai!

Senza dimenticare le “missioni” all’estero

(sempre che non si inviino militari anche a Napoli)

Militari italiani sono impegnati in 19 paesi per un totale di 28 missioni militari (terzo paese al mondo per impegno militare all’estero).

L’articolo 188 della Finanziaria prevede per le missioni 1 miliardo di euro, rendendo inoltre automatico il rifinanziamento delle missioni senza dover passare ogni sei mesi dal voto parlamentare. Il governo si è impegnato a stralciare questo articolo ma - in finanziaria o con voto semestrale - le missioni saranno rifinanziate. Entro fine dicembre il Governo dovrà preparare al proposito un nuovo decreto: sarà la volta buona per il ritiro dall’Afghanstan – o ci prenderanno ancora in giro istituendo “osservatori” che mai verranno costituiti davvero o “ripensamenti” in sede Nato/Onu – che non ci saranno vsto che la Nato sta aumentando la sua presenza in funzione sempre più combattente (con il suo consueto carico di “danni collaterali)? Inoltre è notizia recente che anche Israele parteciperà attivamente alle manovre di pattugliamento “antiterrorisimo” nel Mediterraneo nel quadro dell’operazione “Active Endeavour”, il cui comando è affidato al Quartier Generale dell’AF South con sede a Napoli. È evidente che anche la missione in Libano rischia ancor più pericolosamente di essere diretta dalla Nato, con cui Israele sta sviluppando una collaborazione sempre più stretta. 

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